I pescatori sono tornati in mare Fino a giovedì si va a scaglioni

L’accordo dopo il rifiuto del Governo sul prezzo del gasolio. Si punta a limitare i danni

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Dopo due settimane di sciopero serrato, con manifestazioni, incontri e soprattutto delusioni per l’assenza del Governo al fianco della marineria italiana, i pescatori sono tornati in mare per assicurare sostegno alle loro famiglie e dare respiro a commercianti e ristoratori a stagione estiva avviata. Subito dopo la mezzanotte di domenica tutti i motopesca sono usciti, in fila indiana, dal porto di San Benedetto per la prima campagna dopo lo stop di 15 giorni. L’accordo fissato tra armatori è chiaro: la domenica notte escono tutti, per i restanti tre giorni, vale a dire fino a giovedì, i pescatori andranno in mare in modo scaglionato, una dozzina circa per giorno, in modo da consentire a tutti due pescate settimanali. Una tecnica che era stata sperimentata con un certo successo due masi fa in occasione del primo sciopero contro il caro gasolio. Andando in mare due volte a settimana, anziché tre, si ottiene un consistente risparmio di carburante e la ridotta quantità di pesce conferita al mercato ittico all’ingrosso, fa si che i prezzi delle diverse varietà si mantengono alti e questo consente, in buona parte, di riequilibrare i profitti per mantenere in vita le imprese di pesca in questo momento di particolare difficoltà. Di fronte al rifiuto del Governo che non ne ha voluto sapere di abbassare il prezzo del gasolio per il settore della pesca, gli armatori non hanno avuto scelta, o lasciare le barche in porto, come ha fatto Civitanova Marche, e le famiglie in difficoltà o tornare in mare cercando almeno di non rimetterci. Ora c’è attesa per la giornata di oggi, quando si conosceranno le quantità del pescato, i prezzi realizzati all’asta ed i prezzi del pesce al minuto che tornerà sui banconi del mercatino dal Produttore al consumatore, nella zona portuale, dei negozi e dei centri commerciali.

Marcello Iezzi