"I termoscanner inutili Chi misura la febbre?"

Scuola, dopo l’annuncio dell’assessore Acciarri arriva la replica delle dirigenti: "L’acquisto non è stato concordato con noi. In ogni caso non è fattibile"

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Il Comune ha annunciato, tramite l’assessore alla pubblica istruzione Monica Acciarri, che acquisterà i termoscanner per le scuole cittadine. Senza dubbio un gesto di vicinanza al mondo dell’istruzione in questo particolare momento di emergenza sanitaria, ma siamo sicuri che si tratti di una spesa necessaria e utile? E soprattutto, chi misurerà la temperatura a tutti i bambini la mattina prima del loro ingresso a scuola? Domande alle quali hanno risposto, senza nascondere le loro perplessità, i dirigenti degli istituti scolastici comprensivi cittadini dove lo strumento per la misurazione in tempo reale della temperatura corporea è stato, a dire il vero, già acquistato, ma per la rilevazione delle febbre solo in caso di necessità, e non a tutti gli alunni, ogni mattina, all’ingresso. "Premettendo che questa cosa non è stata concordata con noi – dice la dirigente scolastica dell’Isc ‘Borgo Solestà-Cantalamessa’, Silvia Giorgi –, non la trovo comunque fattibile. Non è corretto che la temperatura corporea venga misurata a scuola. Come Isc abbiamo comprato dei termometri che non necessitano di contatto, ma per la misurazione della febbre solo in caso di malessere o di sintomatologia sospetta durante le lezioni. Misurare la temperatura tutte le mattine a tutti gli alunni è impossibile, prima cosa perché non c’è personale, e poi perché significherebbe creare assembramenti e rallentamenti agli ingressi. Ciò che è stato stabilito fin dall’inizio è che devono essere le famiglie a doversi occupare di questo aspetto. Tra l’altro, la misurazione a scuola significa che lo studente si è già avvicinato agli altri, quando invece con una temperatura superiore a 37,5 non deve uscire da casa".

La pensa allo stesso modo anche la dirigente scolastica dell’Isc ‘Ascoli Centro-D’Azeglio’, Valentina Bellini, che ribadisce, altresì, come non sia stata consultata. "Sinceramente – dice – ritengo che non sia una reale esigenza quella di acquistare i termoscanner per le scuole. Tra l’altro ce li abbiamo già, cinque o sei per plesso, da utilizzare in caso di necessità. Non siamo noi che dobbiamo misurare la febbre la mattina ai bambini, ma le famiglie. Il Ministero ci procura le mascherine e siamo pieni di gel per l’igienizzazione delle mai. Insomma, quello che ci serve ce lo abbiamo. A livello organizzativo, verificare la mattina se tutti i bambini non hanno la febbre, sarebbe un delirio, dovremmo avere più personale, si rischierebbero assembramenti e ritardi nell’inizio delle lezioni. Ripeto, il compito di misurare la temperatura ai propri figli e delle famiglie, è lo stesso Comitato tecnico scientifico a dirlo. Altrimenti significherebbe farlo venire a scuola con la febbre".

Lorenza Cappelli