'I to eye', in tandem fino a Pechino. Davide Valacchi varca i confini nazionali

E' arrivato in Slovenia pedalando accanto a Michele Giuliano. Prossima tappa in Croazia

'I to eye', l'arrivo in Slovenia

'I to eye', l'arrivo in Slovenia

Ascoli, 24 marzo 2019 - Dopo 15 giorni di viaggio Davide Valacchi ha varcato i confini nazionali ed è approdato in Slovenia. Il 28enne ascolano, non vedente dall'età di 9 anni, è partito da Roma l'8 marzo alla volta di Pechino, ma non si tratta di un viaggio qualunque. In Cina, infatti, Davide ci arriverà in tandem, pedalando accanto ai suoi amici: Michele Giuliano di 37 anni, che lo accompagnerà fino a Teheran, e Samuele Spriano, classe 1994, che darà il cambio a Michele nella capitale iraniana per poi procedere fino alla meta. Un viaggio senza precedenti attraverso 2 continenti e 13 paesi, ma anche un progetto che prende il significativo nome 'I to eye' (Io per gli occhi). L'obiettivo è quello di smuovere gli animi nei confronti della disabilità, diffondendo un messaggio di inclusione sociale, ma anche allargare gli orizzonti, indagando i vari approcci alla disabilità visiva in altri contesti culturali e sociali, quelli delle nazioni che i giovani viaggiatori attraverseranno, entrando in contatto con tante associazioni legate al mondo dei non vedenti. Lubjana è la prima tappa all'estero di un tragitto che proseguirà per Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan. E noi abbiamo deciso di seguire a distanza questa storica impresa, narrata dalla voce del suo artefice. 

Davide, come è andata questa prima parte del viaggio? «Alla grande. Sono stati giorni davvero intensi durante i quali siamo entrati in contatto con tantissime persone. Nei primi giorni c'è stato molto vento ed è stata abbastanza dura, anche perché avevo mal di gola forte Dove avete dormito finora? «In Italia siamo stati ospitati quasi tutte le notti, sia a casa di amici, sia a casa di persone che hanno preso a cuore l'iniziativa. È bellissimo vedere tanto interesse nei riguardi del progetto, che ci sta permettendo di conoscere persone fantastiche. Soltanto per 2 notti abbiamo montato la tenda, mentre per una sola notte ci siamo appoggiati ad un B&B. Da questo punto di vista sta andando tutto alla grande, spendiamo molto di più per mangiare che per dormire». Come è andato l'approdo in Slovenia? «Io dico sempre che quando si supera il confine comincia il vero viaggio, ed è proprio così che mi sono sentito. Poi quando sento le persone che parlano un'altra lingua mi sento proprio bene, ed è un'emozione veramente forte. Lubjana è una città fantastica, una via di mezzo tra i paesi slavi e i centro europei, ha grande influenze austriache ed è ricchissima di storia. Da Gorizia fino a qui, poi, ci hanno fatto compagnia due nostri amici, Riccardo e Guido Riccio, che hanno pedalato accanto a noi condividendo emozioni indimenticabili». È stata dura arrivarci? «Si, abbastanza. Ci siamo arrivati dopo 20 chilometri di salita ripida. Prima ci siamo fermati ad Aiudussina per fare pranzo e poi abbiamo percorso diversi chilometri in salita e siamo giunti a Logatekc. Faceva molto freddo e c'era anche un po' di neve, ma siccome mancava ancora un bel po' di strada per Lubjana, abbiamo deciso di montare la tenda lì per ripartire la mattina dopo. La notte ha fatto abbastanza freddo e la mattina le tende erano coperte di brina, ma per fortuna avevamo sacchi a pelo pesanti». Avete già incontrato altri non vedenti? «Si, venerdì abbiamo avuto un incontro con la Fispic slovena, che si occupa di sport per non vedenti. Ci hanno portato in una città a 25 chilometri da Lubjana dove c'è un grande centro sportivo e dove si è svolta uno Showdown, ossia una competizione per non vedenti. Li abbiamo conosciuti ed è stata un'esperienza davvero formativa, oltre che piacevole. Quale sarà la prossima tappa? «Oggi o al massimo domani partiremo alla volta di Maribor, la seconda città più grande della Slovenia. Ci arriveremo in due giorni e poi prenderemo la famosa pista ciclabile lungo la Drava che ci porterà in Croazia, a Osijek. Probabilmente durante il tragitto incontreremo altre associazioni che si occupano di disabilità visiva e conosceremo altri non vedenti. Non stiamo nella pelle, e siamo felicissimi di come sta procedendo questa indimenticabile avvenuta».