
Il cartello, il centrosinistra, lo ha messo: vicolo cieco, se vi inoltrate in questa direzione, finirete in un cul de...
Il cartello, il centrosinistra, lo ha messo: vicolo cieco, se vi inoltrate in questa direzione, finirete in un cul de sac. È grossomodo questo il messaggio delle varie anime della minoranza riunite ieri in conferenza stampa per sbarrare la strada a Spazzafumo. Il sindaco, dopo la defezione di Viva San Benedetto in consiglio e la sfiducia del numero due Capriotti, deve trovare una soluzione per andare avanti. Il che significa ricucire i rapporti con la maggioranza o farsene una nuova, anche a tempo, con pezzi della minoranza eventualmente disposti a tenere in vita l’amministrazione. Uno schema che Pd, Avs, M5s, Psi e Nos spezzano prima che possa essere anche solo ipotizzato. È quanto afferma Paolo Canducci, che ha parlato di "maggioranza morta in cui ognuno ha battuto i pugni per rivendicare qualcosa". E quindi, ha detto il leader di Europa Verde, "ritengo sia giusto chiudere questa esperienza amministrativa di Spazzafumo, che si è rivelata negativa. Da parte nostra non c’è la disponibilità a sostenerla: la cosa migliore è tornare alle urne". Linea sposata da Aurora Bottiglieri: la dottoressa ha sottolineato come non ci sia né una maggioranza, né un vicesindaco: "Si tratta del terzo assessore sfiduciato – ha dichiarato - La situazione è piuttosto grave, con tante opere che ancora non vedono la fine. Un esempio è il Ballarin, per sistemare il quale sono stati stanziati altri soldi. Alla fine penso che troveranno un accordo per andare avanti". Per Roberto Bovara il sindaco "somiglia ad un pugile all’angolo" e "questa maggioranza non è capace di rapportarsi con la città". L’ex assessore critica anche il sostanzioso avanzo di bilancio, salutato con un successo ma "frutto – ha spiegato - di una cattiva gestione". Per Marco Giobbi "l’amministrazione è arrivata al capolinea" tanto quanto l’esperienza civica che l’ha fondata: "Credo sia arrivato il momento – ha continuato il segretario dem - di tornare a mettere in campo un progetto diverso per San Benedetto". Nessuno sconto nemmeno da parte di Daniele Primavera: "La maggioranza – ha affermato - ha l’obbligo di vigilare sul programma di mandato e questo, rispetto all’attività del comune, è sparito ed è stato del tutto disatteso. Temo che, per risolvere questa crisi, venga stretto un accordo opaco". Giorgio Mancini ha mosso critiche anche sulla questione che ha scatenato la crisi: "Sulla Ciip direi che manca la politica – ha aggiunto – Non basta metterci la bandierina sambenedettese, occorre parlare di progetti". Infine Giuseppe Campanelli, dei Cinque Stelle, ha messo in chiaro come alla crisi "si sia arrivati non per obiettivi politici discordanti, ma per una questione di poltrone".
Giuseppe Di Marco