Il comitato scrive a Loggi: "Rifiuti e miasmi, ci aiuti"

"I previsti impianti sovradimensionati non risultano di alcuna utilità"

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Il comitato antinquinamento Aria Pulita di Villa Sant’Antonio di Ascoli e Castel di Lama scrive al presidente della Provincia Sergio Loggi. Una lettera per denunciare ancora una volta il problema dei miasmi. "Presidente la contattiamo per sottoporle le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere i residenti di Villa Sant’Antonio e Castel di Lama, dove pesano diversi problemi molto gravi. Non ci facciamo grandi illusioni – prosegue la missiva – in un suo riscontro, abituati come siamo alla totale indifferenza delle amministrazioni che sembrano subire come una fastidiosa seccatura gli appelli che vengono da parte delle persone, dimenticando che sono la ragione per cui occupano i loro scranni. Ma noi, mossi dalla nostra inossidabile fiducia nelle istituzioni e nello Stato ci rivolgiamo a lei per illustrarle le nostre annose problematiche. Lei ha ripetutamente dichiarato che ci sarà una revisione, nel senso di un ridimensionamento, del piano d’ambito approvato. Naturalmente rimaniamo in attesa di vedere se le sue parole si tradurranno in qualcosa di concreto, in che cosa, e se terrete conto dei residenti di tutta la provincia oppure se deciderete di sacrificarne una parte. Va detto che i previsti impianti sovradimensionati, oltre che a incidere sulla vita di chi ha la sventura di vivere in zona, non risultano di alcuna utilità per i cittadini dell’intera provincia che non ne hanno alcun bisogno perché non producono la quantità di rifiuti necessaria a farli funzionare, mentre nel contempo viene eluso il vero scopo del piano e cioè la programmazione a lungo termine per affrontare e risolvere il problema dei rifiuti. I megaimpianti sono invece molto interessanti per le società di gestione e i loro soci, che ne ricaveranno alti profitti. Lei, in qualità di sindaco, ha potuto verificare che cosa significhi vivere accanto a un’azienda che tratta rifiuti, nel suo caso la Stam, ha ascoltato e accolto le vive proteste dei suoi amministrati e si è battuto con forza per difenderne il diritto a vivere dignitosamente. Ecco le chiediamo di considerare che anche chi risiede fuori dal comune di Monteprandone ha gli stessi diritti. Siamo costretti da anni a vivere in condizioni impossibili, subendo gli effetti della pessima gestione del depuratore. Vogliamo inoltre ricordarle che nella nostra disgraziata zona, sempre nel raggio di qualche centinaio di metri dall’abitato, ci sono ancora 38mila tonnellate di rifiuti pericolosi, lascito della ex-Ocma, che fortunatamente sono stati messi in sicurezza dai curatori fallimentari della ditta. Ma fino a quel momento i rifiuti, che costituivano una collinetta di polveri posta verso strada, sono rimasti per anni esposti ai venti e alle piogge e li abbiamo respirati tutti, mentre enti e amministrazioni non vedevano e non facevano. E questo nonostante ci fosse stato un sequestro da parte del Noe, con obbligo di smaltimento, provvedimento rimasto del tutto inascoltato. Ora le 38mila tonnellate di rifiuti pericolosi sono ancora lì, una bomba ecologica che sembra non interessare nessuno, eccetto noi ovvio che ci viviamo accanto".