Il consiglio chiude tra urla e accuse

C’erano appena quattro punti all’ordine del giorno: fine della consiliatura iniziata nel 2016

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Fine della consiliatura: con la riunione d’assise di venerdì 24 dicembre si chiude il ciclo iniziato nel 2016, tra cambi di casacca, revoche di ruolo, modifiche negli equilibri di maggioranza e minoranza. Si conclude un mandato che da una parte ha visto una maggioranza dalla tenuta adamantina per quel che riguarda la linea Piunti, e una minoranza dalla spiccata vis polemica per quanto attiene ai temi ‘caldi’ dell’amministrazione. La chiusa, com’era prevedibile, ha avuto luogo fra grida, sberleffi, reciproche accuse che da una parte sono diretta conseguenza della campagna elettorale in corso, mentre dall’altra denunciano malumori che da sempre attanagliano le parti avverse, senza possibilità di riconciliazione.

Tutto questo in una riunione di appena quattro punti all’ordine del giorno: la battaglia inizia durante la discussione delle variazioni di bilancio e del bilancio consolidato. E’ Giorgio De Vecchis (Ripartiamo da Zero) a punzecchiare i membri di Fratelli d’Italia, sostenendo che "appoggiano un sindaco di cui loro stessi si vergognano". Per tutta risposta, Balloni ironizza, chiedendo "camomilla per chi è nervoso". Le provocazioni proseguono, nonostante i reiterati richiami all’ordine del presidente Chiarini, quando l’assessore Gian Luigi Pepa apostrofa De Vecchis soprannominandolo "Toni Servillo". Questi reagisce immediatamente anche alle parole di Carmine Chiodi, che descrivendo lo stato di salute delle società partecipate, definisce il rilancio del Centro Agroalimentare (CaaP) "un successo dell’amministrazione Piunti". Vale la pena ricordare che il CaaP, dopo un decennio di profondo rosso, ha chiuso i conti in positivo per due anni consecutivi. "Prendersi il merito per il successo dell’Agroalimentare è veramente troppo – sbotta ancora De Vecchis – Il merito è del cda, che è stato messo lì dagli enti. Voi invece siete stati silenti sulla funzione d’indirizzo politico del centro: gli assessori alle partecipate non si sono mai veramente interessati alle questioni della società".

L’epilogo non è meno amaro. "Negli otto consigli comunali che ho frequentato, avrò conosciuto oltre 200 persone – dice il sindaco Piunti – ma è in questo che ho conosciuto la figura più dannosa per la città, capace solo di criticare, senza mai dare proposte alternative". "Lei è stato una disgrazia per questa città – ribatte infine De Vecchis – anzi, è il nulla. Ma può stare certo che se rivincerà non resterò altri cinque anni qui dentro a fare opposizione al nulla".

Giuseppe Di Marco