Il console Galanti: "Tutti in campo per i profughi"

Iniziativa messa in atto dai diplomatici della Moldova per l’accoglienza nel Piceno di chi scappa dall’orrore: "Aiutateci ad aiutarli"

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"Aiutateci ad aiutare". E’ questo il messaggio forte e chiaro che accompagna l’iniziativa messa in atto dai consoli onorari della Moldova di Ascoli, Bari, Firenze e Torino, scesi in campo per organizzare il modo per rispondere fattivamente alla rapida crescita del numero delle famiglie ucraine che negli ultimi giorni si sono rifugiate in Moldova (confinante con l’Ucraina) a seguito dell’attacco della Russia. Si stanno organizzando in attesa che le autorità diplomatiche definiscano l’apertura dei cosiddetti corridoi umanitari, predisponendo un piano di disponibilità all’ospitalità temporanea di mamme e bambini in Italia.

"Quello che chiediamo a chiunque abbia la possibilità e volontà di ospitare i piccoli ed i genitori è di contattarci ai numeri telefonici che i consolati hanno dedicato a questo servizio indicando eventuali disponibilità che saranno immediatamente poste a disposizione delle organizzazioni internazionali per il trasferimento in sicurezza dei rifugiati" spiega il console onorario della Moldova ad Ascoli Roberto Galanti ricordando che il numero da contattare nel territorio piceno è 348.3582588. -Console Galanti, la vostra iniziativa ha subito riscosso un grande successo.

"Segno tangibile che c’è grande volontà di aiutare le persone in fuga dall’Ucraina che, purtroppo, sono molte di più di quello che le cifre ufficiali indicano in questo momento: si parla di 35mila persone, ma temiamo saranno molte di più. Persone che si ammassano al confine con la Moldova. Si tratta quindi di una enorme emergenza umanitaria alla quale ci dobbiamo tutti far carico, accogliendo chi fugge da questa assurda guerra".

Chi è che vi sta contattando in queste ore?

"Hanno chiesto informazioni famiglie disposte ad ospitare rifugiati, proprietari di agriturismi e case libere. L’importante è raccordarsi bene e agire con un coordinamento. Prima ancora di far venire in Italia gli ucraini in fuga, dobbiamo mettere a rete la disponibilità di strutture residenziali dove ospitarle, altrimenti aggiungeremmo problemi su problemi".

Ad esempio?

"Potremmo fare, per esempio, una sorta di database dove raccogliere le disponibilità abitative.

Galanti, bisogna anche organizzare il viaggio verso l’Italia. "Certo, ci sono organizzazioni che si stanno occupando di portare viveri e beni di prima necessità nelle zone di guerra; potremmo utilizzare gli stessi bus per portare in Italia gli ucraini in fuga. Sono in contatto con una associazione che fa capo alla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria di Ascoli, vediamo cosa si riuscirà a fare".

Opportuno raccordarsi anche con gli enti, i comuni, etc.

"Siamo pronti a collaborare con chiunque. Dobbiamo fare rete per rendere questo intervento veramente efficace per dare una mano alla popolazione ucraina che vive un momento storico terribile".

Peppe Ercoli