
La protesta dei lavoratori Beko di Comunanza lo scorso 30 gennaio a Roma
Passaggio intermedio, ma comunque cruciale, quello in programma oggi a Roma per quanto riguarda la vertenza Beko. Dopo il tavolo al Minit dello scorso 30 gennaio, quando la multinazionale si rese disponibile a una trattativa con il Governo e le rappresentanze sindacali chiedendo una riduzione delle spese fisse per poter scongiurare la chiusura dello stabilimento di Comunanza che invece era stata annunciata a novembre 2024, si entra nel vivo della discussione. L’appuntamento è fissato per le 14.30, sempre al ministero delle Imprese e del Made in Italy, e si parlerà del nuovo piano industriale redatto dalla Beko Europe. L’incontro, però, sarà limitato alla presenza dei sindacati nazionali, i rappresentanti del Governo e quelli della multinazionale. Un successivo step, poi, dovrebbe essere in programma per il 24 febbraio.
"Pur con tutti i distinguo del caso, nel vertice del 30 gennaio si è almeno fatto l’importante passo in avanti di discutere sulla permanenza dello stabilimento di Comunanza – spiega Francesco Armandi, segretario regionale di Ugl Metalmeccanici -. Certamente si è trattato molto più di uno spiraglio, ma ancora siamo lontani da una conferma. Il confronto è ad ampio raggio sull’intero piano industriale, con possibilità di cambiare, ma rimane il perimetro del piano immutato indicando la riduzione dei costi fissi. Ciò in base a come si è espresso l’amministratore delegato della Beko Europe. Finché il confronto rimarrà aperto, la Beko non attiverà alcuna formale procedura. Noi, come Ugl Metalmeccanici, siamo andati al Mimit convinti che la partita di Comunanza fosse ancora aperta e i lavoratori dello stabilimento hanno dimostrato combattività e fierezza manifestando massicciamente e rumorosamente davanti al ministero. Con grande vitalità e cori hanno ribadito la necessità della permanenza del sito produttivo. Abbiamo davanti il percorso dell’ultimo miglio, quello più difficile perché abbiamo aperto sì un varco, ma l’obiettivo è tutto da conquistare. Oggi, tolta la pregiudiziale ed aperto il passaggio, siamo tutti concentrati e determinati a sciogliere lo snodo di fondo: rimanga il sito produttivo Beko, fondamentale ed irrinunciabile risorsa socioeconomica per lavoratori, famiglie, indotto e comunità. Ma sicuramente dobbiamo fare questo percorso monitorando attentamente le soluzioni e le alternative per evitare che la cura sia peggio della malattia come si dice dalle nostre parti – conclude Armandi -. Come Ugl metalmeccanici, infatti, riteniamo in maniera assoluta che il fronte comune tra lavoratori, sindacati, e istituzioni, che si è costituito sul territorio, rappresenti una leva ed una sinergia formidabile per il raggiungimento di questo obiettivo".
L’intera comunità di Comunanza, dunque, attende ulteriori buone notizie e la conferma del fatto che la fabbrica di Villa Pera non chiuderà i battenti alla fine del 2025, come invece era stato annunciato nel vertice choc che si svolse al Mimit a novembre e che mise a repentaglio, solo nello stabilimento Piceno, più di 300 posti di lavoro.
Matteo Porfiri