
L’incontro di ieri (. Foto Vagnoni
"È una favola che a prima lettura può sembrare tra l’altro anche bellissima ma, quando si va ad approfondire, si capisce che molto di quello che c’è scritto non è realizzabile". I gruppi consiliari di opposizione del consiglio comunale di Ascoli, nel corso di una conferenza stampa introdotta da Gregorio Cappelli, hanno espresso ieri mattina forte preoccupazione riguardo all’Atto aziendale dell’Azienda Sanitaria di Ascoli, ritenendolo, in stretta sintesi, "farraginoso e poco concreto".
Criticano in particolare "la mancanza di chiarezza su aspetti cruciali come la distribuzione dei reparti, il personale e i posti letto". Chiedono la convocazione urgente della Consulta della Salute per discutere e modificare l’atto ritenendo che, tra le altre criticità, vi siano "incongruenze tra le linee guida regionali e l’atto aziendale dell’AST, oltre che delle modifiche sostanziali tra la versione approvata dal collegio di direzione e quella trasmessa alla Regione".
"Nella linea guida c’è una parte che riguarda i punti prelievi in cui si dice di incrementarli, ma sul nostro Atto aziendale non c’è nemmeno una parola a proposito come non c’è una parola circa il centro dell’autismo che doveva nascere a Campolungo" ha detto Manuela Marcucci. I consiglieri di opposizione sottolineano che attualmente è la chirurgia di San Benedetto che ha i numeri più alti per l’oncologia, però tutto il supporto dall’anatomia patologica per esami specialistici si trova in Ascoli.
"Dunque c’è anche questa divergenza che certo non aiuta il cittadino ad avere un percorso fruibile e regolare". "Non è che dobbiamo fare l’elenco dei reparti e dei posti letto su ogni cosa, ma dal punto di vista generale c’è un impoverimento dell’offerta di tutela della salute per i cittadini del Piceno e della città Capoluogo – ha detto Francesco Ameli – Il diritto alla salute con questo Atto aziendale viene messo ulteriormente in discussione perché sono state fatte scelte politiche e scelte tecniche che non vanno nella direzione di garantire invece quello che è un diritto sacrosanto e necessario per il cittadino. La conseguenza è l’avanzamento del privato".
Secondo Ameli, la strutturazione che si sta avendo nell’AST di Ascoli "non fa altro che portare avanti il privato che fa il suo servizio in ottica prettamente aziendale e con spirito privatistico. Questo atto aziendale sembra un documento astratto, ma invece determina i servizi e le prestazioni che noi cittadini del Piceno avremo: è un documento che fa male alla città di Ascoli e al territorio del Piceno".
Del resto proprio un paio di giorni fa i sindacati avevano inviato una nota molto dura proprio in merito all’Atto aziendale: "Ma Saltamartini, la proposta dell’Atto Aziendale dell’Ast di Ascoli l’ha mai realmente letta?" si erano chiesti le sigle Fp Cgil, Cisl Fp, Nursing Up, Fials, Usb E La Rsu esprimendo nel contempo il loro sconcerto riguardo alle recenti dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Regionale che, a poche ore di distanza dalla risposta all’interrogazione del Partito democratico riguardante l’Atto Aziendale dell’Ast di Ascoli, ha modificato radicalmente la propria posizione, dichiarando una presunta legittimità procedurale nella predisposizione dell’Atto stesso.
Tornando all’incontro di ieri, il segretario dem si è poi soffermato su un altro tema ormai annoso: Ameli ha infatti rilanciato sulla questione robot chirurgico e sulla necessità di primari Anestesia e Rianimazione e Ostetricia e Ginecologia.
Peppe Ercoli