FLAVIO NARDINI
Cronaca

Il Giro d’Italia saluta il Piceno. Che festa a Croce di Casale

Al bar di nonna Edda tanti appassionati: "L’ultima volta c’era Bartali. Resistiamo dopo il sisma"

Al bar di nonna Edda tanti appassionati: "L’ultima volta c’era Bartali. Resistiamo dopo il sisma"

Al bar di nonna Edda tanti appassionati: "L’ultima volta c’era Bartali. Resistiamo dopo il sisma"

"Cinquanta ciclisti, duecento macchine". La voce di una donna risalta in uno dei tanti video postati sui social dagli ascolani, assiepati lungo le strade per il passaggio dell’ottava tappa del Giro d’Italia partita da Giulianova e arrivata a Castelraimondo. Con le scuole chiuse in anticipo, tanti appassionati sono rimasti delusi dal mancato stop della Carovana pubblicitaria, annunciata per le 11 in viale De Gasperi. Niente gadget, se ne riparlerà a Comunanza.

Ad Ascoli il passaggio è velocissimo, intorno alle 13 il gruppo è in via Napoli, allora il vero spettacolo nella nostra provincia è sul primo Gran Premio della Montagna di giornata, quello di Croce di Casale, dove il giro transita per la decima volta, l’ultima nel 1990. Ad accogliere i ciclisti scritte in clima derby Ascoli-Samb e un centinaio di tifosi. Tra chi è arrivato in bicicletta e chi in auto, il punto di ritrovo è il bar della piccola frazione di Comunanza dove così tanti clienti non li vedevano da anni. Chi ha prenotato si gusta il piatto di pesce fritto e il panino alla porchetta, gli altri si accontentano di pane e prosciutto. Le bottiglie di birra e vino si svuotano rapidamente. Dietro al bancone c’è Edda Liberi, 92 primavere e una grinta da maglia rosa. Nel locale c’è una foto con l’autografo di Bartali, risale al 1990, quando Gino nazionale allora 76enne si fermò proprio in questo bar mentre accompagnava la carovana. "Fu una grande festa – ricorda nonna Edda –, lavorammo tantissimo. Quanti panini, non finivamo più. Ora ci siamo organizzati, ma all’epoca ne furono davvero tanti. E secondo me c’erano anche più ciclisti". In questi 35 anni la vita nei piccoli borghi colpiti dal sisma è stata stravolta: "Qui prima c’era tutto, il dottore, più negozi, non mancavano servizi. Adesso resistiamo soltanto noi, anche se prima si lavorava tanto di più. Restiamo un punto di riferimento, per questo teniamo duro e non molliamo".

Flavio Nardini