Il mistero del Crivelli di Monte Giberto

Carlo Crivelli è stato uno dei pittori più “depredati”: le sue opere, realizzate in molte località anche del Fermano, hanno subito nei secoli smembramenti e diaspore, tanto da comparire oggi in musei e collezioni di tutto il mondo. Ma se per molti dei suoi lavori si è riusciti a ricostruire origini, vicende e luogo di conservazione, di altri si è perduta ogni traccia. Una di queste opere è il trittico (Madonna con i santi Nicolò di Bari e Giovanni Battista) un tempo nella cchiesa di san Giovanni Battista a Monte Giberto (nella foto), del quale non si è saputo più nulla. È citato in un atto notarile del 26 maggio 1478, con il quale il “maestro Carlo Crivelli veneto residente ad Ascoli” rilasciava quietanza per l’importo di 34 ducati e 39 bolognini, ricevuti dagli ascolani Vanni di Cola Pellegrini e Cola Ciccolini per la pittura di una tavola da eseguirsi per la comunità di Monte Giberto. Di che pittura si trattava? Prezioso per dare una risposta è l’inventario dei beni delle chiese del paese redatto nel 1771 da don Filippo Franchellucci: parlando delle opere custodite nella chiesa, cita “l’icone dell’altare maggiore in tavole opera di Carlo Crivelli, pittore del secolo decimo quarto” poi nell’inventario delle suppellettili e dei beni di san Giovanni, parla di un quadro sull’altare maggiore con le immagini di Maria SS.ma, san Giovanni e san Nicolò. L’indicazione, fatte le debite riflessioni, rimanda dunque a un trittico, con la tavola centrale raffigurante la Madonna e ai lati il patrono del paese san Nicolò di Bari e san Giovanni Battista, titolare della chiesa. Se nel 1771 il trittico era ancora nella chiesa per la quale era stato commissionato, che fine ha fatto? Alla fine del ‘700 (quindi negli anni in cui fu redatto l’inventario) la chiesa subì un totale rifacimento. Viene da chiedersi se proprio in questo periodo il trittico crivellesco sia stato rimosso e venduto, o se, come accaduto per molte opere, sia stato sottratto in epoca napoleonica o piuttosto sia finito nei commerci di opere d’arte che molto interessarono il Fermano fra la fine del ‘700 e la metà dell’800. Scrive lo storico locale Giuseppe Santarelli: “forse fu accantonato con la ristrutturazione della chiesa in atto già nel 1771, forse andò disperso oppure definitivamente perduto in data imprecisabile”. Unica certezza, del trittico di Monte Giberto non si è saputo più nulla.

Giovanni Martinelli