Il pm: "Ma 16 anni sono troppo pochi"

Il procuratore capo Monti: "Atto premeditato, pronti a fare ricorso sulla sentenza per Angiulli"

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"E’ importante per me e per i familiari di Antonio Cianfrone che sia stata accertata la verità, che è quella di un omicidio aggravato premeditato compiuto insieme da Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli e per il quale ci sono prove chiarissime. Non mi convince però la condanna a soli 16 anni per la Angiulli che non ritengo congrua, per cui credo che farò appello". Così il procuratore capo di Ascoli Umberto Monti ha commentato la sentenza con la quale la Corte d’Assise di Macerata ieri ha condannato all’ergastolo Spagnulo e a 16 anni sua moglie alla quale è stata riconosciuta l’attenuante della "minima partecipazione". Monti non concorda con la linea della Corte maceratese e attende le motivazioni, ma è fin d’ora scontato che farà appello per la parte riguardante la donna. Altrettanto certamente faranno appello gli avvocati dei due imputati, Alessandro Angelozzi, Felice Franchi e Gianfranco Di Marcello. Anche loro, però, attendono prima di prendere visione delle motivazioni. "La pena per la Angiulli non mi sembra proporzionata ad un omicidio premeditato di una persona che stava correndo serenamente. Lei vi ha partecipato attivamente col marito e non ha avuto un mero ruolo di spettatrice. L’attività di indagine dei carabinieri – ha aggiunto Monti – è stata trasparente e responsabile; abbiamo anche fatto indagini patrimoniali su Cianfrone che non aveva ombre".

Da alcuni post su Facebook emerge l’odio degli Spagnulo verso Antonio Cianfrone. "Il tempo passa, ma le cose vengono a galla; non immagini quanto sono contenta. Mi sono fatta una boccia di Fontana fredda" scrisse Francesca Angiulli a maggio 2015 commentando il coinvolgimento di Cianfrone in un’inchiesta per concussione insieme ad un collega. La stessa pagina Fb riportava le notizie relative agli interrogatori dei carabinieri per i quali veniva evocato il carcere: "Troppo comodo i domiciliari". Un altro post "festeggiava" la notizia del rinvio a giudizio dei carabinieri, con l’inizio del processo fissato all’8 febbraio 2017.

"Avrò un bel regalo il giorno del mio compleanno" si leggeva fra i commenti: l’8 febbraio è il giorno in cui è nata Francesca Angiulli. Si era pensato che il movente potesse essere individuato nella morte del figlio maggiore dei due coniugi, perito in un incidente stradale per il quale fu condannato l’autista del furgone delle Poste col quale il giovane, in sella ad una moto, si scontrò. In quell’inchiesta indagò però la Polizia di Stato e non i carabinieri. La famiglia Spagnulo ottenne un risarcimento e nei giorni dell’omicidio di Cianfrone era in attesa che venisse fissata l’udienza al tribunale di Ascoli nell’ambito dell’azione civile promossa per ottenere un ulteriore somma di denaro. I coniugi Spagnulo si sono difesi dicendo che la mattina del 3 giugno 2020 erano andati lungo la ciclopedonale di San Pio X, sul greto del fiume, semplicemente per cercare gli occhiali della donna che li aveva persi il giorno prima (Festa della Repubblica) durante un pic-nic e che indossavano guanti chirurgici semplicemente per non farsi male.

Peppe Ercoli