Nome d’arte: Batò! Ma non l’amaro siciliano dalla lunga macerazione (anche se macerazione nel nostro personaggio c’è stata). Invece, Le Bateau ivre: la poesia di Rimbaud, del battello nella tempesta, scosso dai marosi, sempre sul punto di naufragare. Una metafora, dunque. Vera! Una storia di resurrezione. Nome e cognome reali: Andrea Peroni. Andrea è montegiorgese di nascita, ha 39 anni, vive nei pressi di Jesi, suona la chitarra: è cantautore. Ha respirato musica sin da bambino: suo padre Vincenzo suonava il sax, suo nonno Flavio ugualmente. Lui a 5 anni imbraccia il violino. A 17 è chitarra solista e voce di alcune band. Una è specializzata nelle cover dei Doors. Girano le Marche, si esibiscono fuori regione. Ma Andrea ha un tarlo dentro. Molto chiuso, introverso, fa difficoltà ad esplicitare i suoi sentimenti. E cade nell’alcol. Ancor di più rischia di affogarvi dopo che la sua ragazza – è il 2006 – muore tragicamente. Ma c’è qualcosa che in Andrea reagisce. Forse per il figlio, forse per i suoi genitori. Forse per sé. Forse per tutto questo insieme. Sceglie così – stupendo tutti – di entrare in una comunità di recupero. È il 2018. Vuole rifarsi una vita, dire basta alla dipendenza, affrontare il mondo con positività. Gli operatori che lo accolgono capiscono che la musica è la modalità giusta per portare a galla le emozioni, per superare i traumi. Andrea riprende la chitarra, suona e scrive pezzi. Negli ultimi mesi ne compone 31. Si cimenta anche con l’hip pop, che non è il suo genere. Lo fa per alcuni ragazzi della comunità. Nel frattempo concepisce un progetto da cui nasce un EP dal titolo BatÓ, come il nome d’arte. Cinque brani come gli altrettanti aspetti più significativi del suo percorso in comunità, ma che intendono rappresentare anche momenti significativi ...
© Riproduzione riservata