Il tour della contrada per riscoprire il territorio

Per la contrada San Martino di Fermo, il primo maggio è stato alla riscoperta del proprio territorio, attraversando la città per il proprio spicchio di competenza Domenica scorsa le bandiere del cavaliere che donò il proprio mantello al povero garrivano dinanzi al ricreatorio San Carlo. Una ventina di persone, fazzolettone al collo, ha preso le mosse da quelli che erano i giardini Trevisani. Per uno scherzo del destino, la famiglia del fiero anticlericale li cedette all’arcivescovo Carlo Castelli. Era il 1909 e l’uomo di chiesa ne fece un luogo di educazione. Il gruppo s’incammina e sale i gradini di cemento smangiucchiato accanto al santuario della Madonna del Pianto. I fermani le sono ancora grati: evitò lutti alla città durante la ritirata dei tedeschi, 1944. S’imbocca via Martello. Nessuna parentela con il più famoso Carlo, ma cognome di nobile famiglia che ebbe Marco consultore della Repubblica di Venezia. Un altro tassello dei rapporti con la Serenissima. Sbuchiamo in via Mameli, dinanzi al portale di quel che fu il convento delle Domenicane di santa Marta. Ecco la Sala degli Artisti, un tempo luogo di incontro della Confraternita degli artigiani. Sulla destra rasentiamo la chiesa (a suo tempo di San Salvatore) che fu dei padri gesuiti, poi della parrocchia dei santi Martino e Quirico, bimbo, quest’ultimo, martirizzato in Turchia. Palazzo Euffreducci, oggi liceo classico, ancora cela la sala dove Liverotto fece strozzare i parenti, ombra al suo potere. La fontana delle Pisciarelle arricchisce via Recanati. Esistevano due vasconi un tempo, a destra e sinistra. Quando Fermo soffriva la sete, le Pisciarelle garantivano acqua. Vicolo Sabbioni, che ha un’immagine della Madonna sullo sfondo, ricorda Pietro, comandante degli Orsini in Romagna, e Nicolò, gran soldato. Francesco Sforza gli concesse di inserire il suo leone nello stemma. Via dell’Università racconta di un istituto tra i primi e più antichi in Italia. Via dell’Anfiteatro, gli archeologi ancora s’accapigliano: dov’era la possente struttura romana? Qui c’è una targa, meno le tracce. Dopo via della Rocca, si ridiscende verso la chiesa di San Domenico. Venne eretta in seguito ad una visita del santo in città. Prima esisteva quella di san Tommaso Becket. Eccoci in via degli Assalti che, pur evocando scontri, richiama invece un’altra stirpe nobile e guerriera. La scuola Sapienza altro non era che l’antico Collegio Marziale. E siamo in finale. Si sbuca dinanzi all’ex Istituto Bambin Gesù. Ci attende braciola e salsiccia...

Adolfo Leoni