
Caso ProMarche, ennesimo capitolo della saga. Questa volta non ci sono svolte di trama al Tar o in consiglio comunale,...
Caso ProMarche, ennesimo capitolo della saga. Questa volta non ci sono svolte di trama al Tar o in consiglio comunale, ma una semplice riunione di maggioranza in cui si è parlato, fra le altre cose, di quel che dovrà fare l’ente dopo la sentenza del tribunale dorico sulla vicenda. Sentenza che ha fatto tremare Viale De Gasperi: quelle precedenti infatti non erano entrate nel merito e si erano limitate a valutare aspetti procedurali delle impugnazioni. La settimana scorsa invece il collegio anconetano ha annullato la delibera che motivava il rifiuto da parte del consiglio comunale alla proposta della cooperativa. Quindi ora bisogna decidere che strada intraprendere. Se ne parlerà in una nuova capigruppo della prossima settimana, in cui sarà consultato anche il rappresentante legale con lo scopo di valutare un’ipotesi ben precisa: il ricorso avverso sentenza in Consiglio di Stato. Occorrerà capire che margini ci siano per un buon esito in secondo grado, ma soprattutto che beneficio ne trarrebbe l’ente. Poi ci sarà da esaminare la possibilità che l’organo di rilievo costituzionale confermi la sentenza del Tar. In quel caso al comune non resterebbe che esprimersi entro 45 giorni oppure attendere la decisione del commissario nominato dal tribunale amministrativo. E però, a quel punto, l’assise non darebbe un parere come quello esplicitato a inizio settembre. Dovrebbe dotarsi di perizie, rilievi, analisi del contesto e dell’intervento: dovrebbe, in altri, termini, scendere nel tecnico per intraprendere una direzione opposta alle risultanze della conferenza dei servizi. C’è, ovviamente, un’altra strada. Il consiglio potrebbe aprirsi alla possibilità di trovare una soluzione con la società, magari sulla base di un progetto differente – ma non di molto – da quello che era stato proposto in variante al piano regolatore. Un elaborato che, a titolo di esempio, potrebbe presentare un impianto di stoccaggio dall’altezza massima ridotta, benché comunque superiore alla soglia del prg – 11 metri –. "Sono sempre stato disposto – dice l’ad di ProMarche Oreste Aquilone (foto) – a risolvere questa situazione in collaborazione con l’ente comunale. L’importante è comprendere che questo progetto rappresenta un’occasione di sviluppo enorme per il nostro territorio". Per diversi consiglieri il permesso di costruire un impianto in deroga all’altezza massima costituirebbe un precedente per altri imprenditori desiderosi di innalzare i propri capannoni in una zona che non dista molto dalla Riserva Sentina. Ma le carte, in comune, sono ancora tutte coperte.
Giuseppe Di Marco