Importunata, non riesce a fare denuncia

Una ragazza è stata seguita sotto casa, in Questura le hanno detto che non c’erano gli estremi: insorge l’associazione Libere tutte

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Importunata lungo la strada si è recata in polizia ma non ha potuto fare la denuncia perché non ci sarebbero stati gli estremi per ravvisare il reato. E’ accaduto a San Benedetto e a sollevare la questione è l’associazione "Libere tutte" che nella nota alla stampa parla di "violenza istituzionale". "Talvolta ci chiediamo perché si fa fatica a denunciare simili atti – scrivono dall’Associazione – Ecco come mai". "Libere tutte" fa poi un racconto molto dettagliato della vicenda, la cui dinamica è stata confermata dalla polizia che, a ogni modo, non ha trovato un comportamento minaccioso da parte dell’uomo. "Uscita di sera dalla palestra mentre si dirigeva verso la propria autovettura, un uomo le ha urlato dalla macchina "a bella" mettendola in imbarazzo. Non contento l’ha seguita entrando nel parcheggio e ponendosi dietro di lei che si apprestava a tornare a casa, iniziando poi a seguirla. Di fronte al semaforo lui la supera, accosta, abbassa il finestrino e la fissa. Lei, cercando un modo per allontanarlo, punta il cellulare per dire che lo avrebbe ripreso per poi denunciarlo – continua il racconto Libere tutte - Nel frattempo chiama la polizia trovando un funzionario attento e disponibile che ha mandato una volante e l’ha richiamata per accertarsi che fosse tornata a casa. Il giorno dopo la ragazza si è recata in commissariato per capire cosa poter fare e come comportarsi. Invece di essere accolta e creduta, è stata messa in discussione la sua testimonianza. La ragazza ha affermato che non si sentiva sicura di andare in giro in strada dopo essere stata vittima di un approccio violento da parte di un uomo che l’ha anche seguita".

Dall’associazione aggiungono che è stata sminuita la gravità di quello che ha subito la ragazza. Il fatto che la polizia si sia limitata ad ascoltare il racconto della ragazza, senza procedere all’acquisizione della denuncia sarebbe, secondo l’associazione "Libere tutte", un esempio di "vittimizzazione secondaria, un comportamento da parte di un’istituzione che non possiamo accettare". L’episodio è accaduto la sera del 31 maggio nel parcheggio "Piazza Caduti del mare" e la ragazza si è recata in commissariato la mattina del primo giugno. Ora "Libere tutte", con la sua lettera aperta, esprime solidarietà alla ragazza, chiede che siano adottati provvedimenti e attivata un’opera di educazione e sensibilizzazione che prevenga il ripetersi di episodi come questo. "Noi a casa non ci stiamo – conclude "Libere tutte" - Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano".

Marcello Iezzi