Incendio Ascoli, tre ettari di bosco a fuoco a Roccafluvione: denunciato

I carabinieri forestali hanno trovato l’innesto del rogo dello scorso 11 febbraio a Roccafluvione che impegnò anche due canadair

Era l’11 febbraio: ore di lavoro per vigili del fuoco a Scalelle

Era l’11 febbraio: ore di lavoro per vigili del fuoco a Scalelle

Roccafluvione (Ascoli), 16 marzo 2022 - I carabinieri forestali di Castignano e Acquasanta hanno denunciato il presunto responsabile di un incendio avvenuto l’11 febbraio a Scalelle di Roccafluvione che vide a lungo impegnati squadre di vigili del fuoco con mezzi antincendio di terra e un Canadair. I carabinieri, ispezionando il perimetro dell’incendio ancora in atto e con le fiamme attive e grazie all’applicazione del "Metodo delle Evidenze Fisiche" (Mef), sono riusciti ad individuare il punto d’innesco del rogo e conseguentemente risalire al presunto responsabile, un tartuficoltore della zona, intento nei lavori di ripulitura della propria tartufaia. L’evento ha avuto origine dall’abbruciamento di alcuni cumuli di residui vegetali e si successivamente propagato alla zona boscata confinante, interessando una superficie di circa 3 ettari, senza fortunatamente causare danni gravi e permanenti alle piante arboree. L’intervento dei vigili del fuoco durò due giorni con uomini e mezzi partiti dalla caserma del comando provinciale.

A preoccupare sono stati due punti in particolare, i più difficili da raggiungere e che hanno tenuto impegnate 4 autobotti e tre mezzi 4x4 per molte ore, finché l’incendio è stato messo sotto controllo, ma è stato monitorato comunque anche nelle ore notturne per evitare che riprendesse con violenza. Il giorno successivo è intervenuto il Canadair che ha risolto la situazione. Il metodo delle Evidenze Fisiche è una metodologia d’indagine tecnico-scientifica che studia le tracce ed i segni lasciati dal passaggio del fuoco sulle piante e sul terreno percorso dall’incendio. Tali informazioni permettono di ricostruire l’evoluzione e il percorso di un incendio forestale e determinarne conseguentemente il punto d’origine, così da poterne classificare la causa e ricostruire l’evoluzione spazio-temporale. Il presunto autore dell’episodio è stato denunciato per il reato di incendio boschivo cagionato per colpa, che in caso di condanna prevede la pena della reclusione da uno a cinque anni. I carabinieri forestali ricordano a popolazione e agricoltori che è fondamentale in periodi caratterizzati da lunga siccità e da particolari condizioni meteorologiche favorevoli al propagarsi delle fiamme (vento e temperature miti) evitare di bruciare residui vegetali o incolti, situazioni le quali potrebbero sfuggire al controllo, trasformandosi in pericolosi incendi boschivi con danni all’ambiente naturale e pesanti conseguenze penali per i responsabili.

p. erc.