Inchiesta sulla Geta, protestano i comitati

Altri dettagli emergono dalle intercettazioni. Intanto il Comune ha convocato per oggi una seduta aperta sul Piano d’ambito

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Inchiesta sui rifiuti e sui legami tra la Geta e diversi rappresentanti della politica e delle forze dell’ordine, emerge anche la figura dell’appuntato Giovanni Palumbieri, che secondo l’accusa avrebbe rivelato particolari delle indagini in corso proprio sulla Geta, condotte dai suoi colleghi carabinieri. Palumbieri avrebbe ottenuto alcune somme per la società di Torball (sport per non vedenti) di cui era dirigente - e che utilizzava anche per prelevamenti a carattere personale -, non inferiori a diecimila euro; ma anche per alcune gare di rally, sport praticato dal fratello.

In particolare, scrivono gli inquirenti, "rivelava che la Geta era sottoposta ad intercettazioni, in questo modo favorendo i vertici della stessa e compromettendo le indagini; si metteva a disposizione per monitorare l’attività stessa e la tempistica delle attività tecniche; propalava notizie sul personale dei carabinieri impegnato nelle indagini; ricercava presso fonti aperte e riservate notizie utili alla Geta per screditare la consigliera comunale Cristina Farnesi", candidata in una lista in appoggio del sindaco Marco Fioravanti. Sempre lo stesso Palumbieri, inoltre, avrebbe fatto in modo di far arrivare in ritardo una notifica al proprietario della Geta Ivan Brandimarte, che riguardava una pena accessoria passata in giudicato riguardo alcuni precedenti reati fiscali, dandogli così il tempo di cambiare l’assetto societario e mettere al suo posto la madre, Luciana Mancini. Insomma, un sistema di favori e regalie, che secondo gli inquirenti contribuivano a formare una "nuova forma di corruzione, alimentata da somme e utilità non particolarmente rilevanti, ma ampiamente spalmata su un piano orizzontale".

Intanto il Comune ha convocato per oggi pomeriggio una seduta di Consiglio Comunale straordinaria e aperta a tema "Piano d’ambito dei rifiuti della provincia di Ascoli", mentre i comitati di tutela del Bretta e Ci Rifiutiamo (al quale appartiene proprio la ex consigliera comunale Farnesi) chiedono la riduzione dello smaltimento dei rifiuti urbani in discarica. "Torniamo a chiedere una discarica di bacino minima e residuale – scrivono in una nota - tenuto conto che entro il 2030 solo il 10% del rifiuto prodotto dovrà essere smaltito a vantaggio delle pratiche virtuose di riuso e riciclo. Lo smaltimento rappresenta spreco di risorse preziose sempre più carenti". Sull’inchiesta in questione, inoltre, i comitati riferiscono di "confidare nella magistratura affinché venga fatta chiarezza" ma sollecitano anche le istituzioni locali affinchè "nelle scelte pongano massima attenzione alla salute pubblica" nel loro ruolo di "supervisore e di controllo per assicurare chiarezza e trasparenza nelle autorizzazioni in corso e a venire".