Ascoli, incinta segregata e picchiata. Lui la minacciò con un’ascia

Emergono particolari terribili dopo l’arresto del compagno 29enne: minacce, botte e paura senza fine as

La donna è stata picchiata dal compagno per mesi (foto d'archivio)

La donna è stata picchiata dal compagno per mesi (foto d'archivio)

Ascoli, 16 luglio 2018 - È una lunga serie di efferatezze messe in atto contro la sua donna incinta quelle che il procuratore capo di Ascoli Umberto Monti contesta al 29enne arrestato giovedì scorso con le accuse di lesioni personali aggravate, violenza privata, sequestro di persona, con le aggravanti di aver commesso detti reati nei confronti di una donna in stato di gravidanza e con l’uso di un’arma.

L’uomo si trova rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto. Lo hanno arrestato gli agenti della squadra mobile di Ascoli in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice del tribunale di Ascoli Annalisa Giusti all’esito delle indagini della Procura alle quali hanno contribuito anche i carabinieri del comando provinciale su impulso dei medici dell’ospedale Mazzoni che avevano in cura la puerpera.

Difeso dall’avvocato Marica Martoni, stamani l’arrestato verrà sottoposto a interrogatorio di garanzia nel carcere di Marino del Tronto dove è detenuto. Una vicenda venuta a galla grazie all’acume dei medici dell’ospedale Mazzoni che hanno valutato le condizioni fisiche della donna, presentatasi al pronto soccorso più volte con lesioni ed ecchimosi. La 21enne ascolana, impaurita, ha cercato di minimizzare, di attribuire a incidenti domestici i problemi fisici che erano decisamente evidenti. I sanitari non le hanno creduto e hanno attivato un protocollo portando a conoscenza della situazione le forze di polizia e, di conseguenza, la Procura.

Sottoposta a perizia medico legale, è emerso che era stata vittima di violenza fisica nonostante fosse inavanzato stato di gravidanza ed a quel punto, sentendosi protetta, si è sfogata. E sono venuti fuori episodi avvenuti soprattutto nel 2017. Come quello del’11 novembre quando, armato di ascia, l’uomo avrebbe minacciato la giovanissima ascolana al culmine di una lite, chiudendola a chiave in casa per circa quattro ore. È solo utilizzando un balcone che la 21enne sarebbe riuscita a uscire. Nel frattempo l’arrestato l’avrebbe però picchiata e tirata per i capelli. Quello stesso giorno, per impedirle di allontanarsi, le avrebbe sottratto le chiavi dell’auto e il telefono cellulare mentre lei stava cercando di contattare i familiari per chiedere aiuto.

Episodi sono avvenuti anche a casa di lei il 3 febbraio di quest’anno, quando l’indagato avrebbe costretto con la violenza la ragazza a non tornare a casa sua, sottraendole anche in questo caso il telefonino. Lei è riuscita in un frangente a divincolarsi, ma lui l’ha raggiunta e fatta cadere a terra. Provocandole lesioni e perdita di sangue dal naso. Il finale di questa vicenda è che il bambino è nato e l’uomo, che non l’ha riconosciuto, è finito in carcere. Oggi ha la possibilità di difendersi raccontando al giudice la sua versione.