Infermiere arrestato per le morti nella Rsa, le intercettazioni shock e le minacce

La testimone chiave: "Una volta gli strillai che non mi bastava la dirigenza, ci volevano i carabinieri"

Casa della Salute di Offida arresto dell'infermiere

Casa della Salute di Offida arresto dell'infermiere

Offida (Ascoli Piceno), 17 giugno 2020 - "Quel cazzo di Wick ha fatto fuori due persone. Mi disse ’ci penso mi… io l’imbarco’". Queste le parole che un’operatrice sanitaria della Rsa di Offida pronuncia ad un collega in una conversazione intercettata dai carabinieri, aggiungendo che il collega accusato di omicidio premeditato e tentato omicidio premeditato le avrebbe detto anche "voi non sapete imbarcare… io damò che l’avevo imbarcata" alludendo ad una paziente problematica.

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Per la Procura e per il giudice Giusti, tenuto conto del tenore complessivo della conversazione, il termine "imbarcare" i pazienti verosimilmente significava accelerare la loro dipartita. "Non mi piace l’amico Fritz". I colleghi di lavoro della Rsa di Offida avevano timore di Leopoldo Wick, anzi alcuni avevano proprio paura ed anche per questo non è stato facile per gli investigatori riuscire ad ottenere da loro tutte le informazioni poi man mano emerse. Alcuni sono stati interrogati più volte. Medici ed operatori sanitari sono stati intercettati sia al telefono, ma soprattutto durante i turni di lavoro grazie alle apparecchiature posizionate ad arte dai carabinieri del Nucleo investigativo. Un lavoro che secondo il giudice Annalisa Giusti ha portato alla luce non solo il "gravissimo quadro indiziario", ma anche la "tendenza dell’indagato a minacciare più o meno velatamente le proprie colleghe".

Una di queste ha infatti riferito che Wick le chiese informazioni sull’auto dell’infermiera che per prima ha parlato coi carabinieri di Offida dei sospetti sulle morti alla Rsa e che era spaventata. "Ci penso io a sta macchina" avrebbe detto Wick. C’è chi ha riferito di messaggi indiretti quando qualcuno non voleva cambiare il turno con lui che – a quanto emerso – preferiva fare pomeriggio o notte.

"Tanto so dove sta la tua macchina, puoi incontrare qualcuno per la Valtesino che ti aspetta e non sai che può succedere". Diverse le testimonianze di minacce subìte, anche dalla testimone chiave. "E’ un soggetto pericoloso, indipendentemente da quanto lo abbiamo coccolato o meno, non ho nessun rimpianto perché gliel’ho fatto capire in tutti i modi che era una cosa che non doveva fare. Una volta gli strillai che non mi bastava la dirigenza, ci volevano i carabinieri". Dopo la sospensione le infermiere auspicano che le indagini facciano sì che Wick non torni più a Offida. Ma non ci vogliono più nemmeno l’infermiera che per prima lo ha denunciato. Qualcuno voleva anche boicottarla ritenendola responsabile della fuoriuscita di notizie.