
La titolare del negozio ‘L’Assalto ai Forni’, in piazza Arringo: "È la prima volta che subisco un sopruso, sulla mia pelle. Ho voluto ricordare la fine del fascismo con una frase semplice".
"È la prima volta che subisco un sopruso, sulla mia pelle. E questa cosa va raccontata, deve uscire. Qualcuno deve rispondere di quello che è successo". È uno striscione antifascista a destare scalpore nella mattinata della Festa della Liberazione ad Ascoli, e non solo. "25 aprile, buono come il pane, bello come l’antifascismo". Questa la frase riportata, in rosso, su un telo bianco appeso appena fuori dal negozio ‘L’Assalto ai Forni’, in piazza Arringo.
Lorenza Roiati, ci racconta cosa è accaduto ieri davanti al suo panificio?
"Abbiamo affisso lo striscione, come facciamo ogni anno, e verso le otto del mattino è arrivata una volante della polizia in divisa. Gli agenti si sono fermati e mi hanno chiesto chi avesse messo lì lo striscione. Abbiamo risposto che era nostro. Hanno subito chiamato i loro superiori, davanti a me. Dopo dieci minuti di telefonata, immagino abbiano appurato che il contenuto dello striscione non rappresentava reato e così mi hanno chiesto i documenti e se ne sono andati. Poi sono tornati tre agenti in borghese. Questa volta però ho avuto la prontezza di rispondere con coraggio, anche grazie al sostegno che mi era arrivato nel frattempo. Ho detto chiaramente che il mio cognome ad Ascoli ha un significato: mio nonno e mio zio sono stati premiati per l’attività partigiana, e siamo una famiglia orgogliosamente antifascista. Ho chiesto loro quale fosse il reato, ma hanno voluto comunque identificarmi di nuovo. A quel punto ho detto che erano già venuti e che l’identificazione era già avvenuta".
Lo striscione è rimasto?
"Certo, non lo hanno tolto e non lo possono togliere, anche perché è uno striscione totalmente innocuo. Il loro tentativo è solo quello di insinuare uno stato di terrore, uno stato di polizia che arriva a limitare la libertà delle persone, persino nel giorno in cui si celebra la Liberazione. Ma io ho voluto ricordare gli 80 anni della fine del fascismo con una frase semplice e gioiosa. E trovo gravissimo che questo venga messo in discussione. Per fortuna la notizia ha fatto rapidamente il giro dei social. Spero che alla fine ci sia una reazione collettiva e che si rendano conto della figuraccia che stanno facendo. Sono estremamente scossa".
È la prima volta che accade una cosa del genere?
"Sì. Abbiamo sempre messo uno striscione il 25 aprile, ogni anno. Ormai è un appuntamento fisso e non era mai successo nulla prima. Evidentemente sono cambiate le direttive, qualcosa è cambiato. Ma io ho 38 anni, e sono 38 anni che festeggio la Liberazione in maniera spontanea e piena di gioia. È la prima volta che subisco un sopruso, sulla mia pelle. E questa cosa va raccontata, deve uscire. Qualcuno deve rispondere di quello che è successo".
Vicinanza è stata espressa dal segretario provinciale dem Francesco Ameli: "Un atto incomprensibile". Intervento anche di Italia Viva: "L’ episodio desta forte preoccupazione e richiama tutti a mantenere vivo il ricordo del sacrificio". "Solidarietà a Lorenza, un’artigiana della nostra Ascoli" da parte della consigliera regionale Monica Acciarri. "Il clima che si respira in questo Paese è davvero brutto" la chiosa della Cgil. Nel pomeriggio il Collettivo Caciara ha organizzato un presidio.
Ottavia Firmani