VALERIO ROSA
Cronaca

La guerra del vino, l’Abruzzo insorge: “Solo il nostro rosso sia Montepulciano”

Consorzi di tutela ai ferri corti dopo la proposta partita da Ortona. "Nelle altre regioni si usi il termine Cordisco per il vitigno".

La guerra del vino,  l’Abruzzo insorge: "Solo il nostro rosso sia Montepulciano"

La guerra del vino, l’Abruzzo insorge: "Solo il nostro rosso sia Montepulciano"

Ascoli, 3 settembre 2023 – Si fa sempre più aspra la battaglia sull’etichettatura dei vini definita dal nuovo decreto ministeriali che sembrava aver accontentato tutti e che, invece, è stata contestata dal presidente del Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi. Il decreto, infatti, prevede che per facilitare il consumatore, nell’etichetta dei vini venga riportata la denominazione del vitigno e le rispettive quantità. Nicodemi in queste settimane – anche se in realtà ha iniziato un anno fa al momento del suo insediamento – si sta battendo solo contro tutti perché venga utilizzato il nome Montepulciano solo per i vini abruzzesi, mentre nelle altre etichette venga usato il sinonimo ‘Cordisco’.

La sua proposta oltre a non trovare al momento alcun appoggio politico né dal governo della Regione Abruzzo, né dall’opposizione, ha però scatenato una marea di reazioni negative in particolare dalle aziende delle regioni limitrofe come Marche, Umbria e Lazio che fanno del Montepulciano il loro vitigno principe, per non parlare della Toscana che ha a Montepulciano, in provincia di Siena, il luogo simbolo di questo vitigno a bacca rossa.

Nicodemi basa la sua ‘battaglia’ su una semplice considerazione: "In Sicilia – ha dichiarato – si sono battuti perché la denominazione Nero d’Avola fosse limitata ai vini siciliani, mentre gli altri pur utilizzando lo stesso vitigno devono usare la denominazione ‘Calabrese’ e parliamo di altre cinque regioni. Perché la stessa cosa non si può fare per il Montepulciano d’Abruzzo?".

A contestare il presidente del Consorzio vini d’Abruzzo sono stati dapprima i due consorzi marchigiani e poi un po’ tutto il mondo vitivinicolo italiano che naturalmente vive proprio della forza data dall’uso dei vitigni più famosi come il Montepulciano appunto, il Sangiovese o il Verdicchio.

Il Consorzio di tutela dei vini piceni si è espresso per voce del presidente Giorgio Savini: "Sorprende la nuova posizione del Consorzio di tutela del Montepulciano d’Abruzzo – ha ammesso –. Tutti ricordano che la modifica fu proposta anche da un parlamentare del Piceno, giustamente, per dare la possibilità ai produttori delle nostre denominazioni di origine, in particolare nel Rosso Piceno Dop, il rosso più diffuso delle Marche, e nell’Offida Rosso Docg, tutelati da questo Consorzio, di far conoscere realmente la composizione ampelografica delle nostre d.o. Riteniamo paradossale che all’atto della descrizione dei vitigni dovremmo glissare come generico vitigno a bacca rossa".

Non è finita qui. "La norma ammetterebbe solo una descrizione generica – aggiunge –, in maniera discorsiva e senza evidenziazioni di carattere e non campeggerebbe di fianco al nome della denominazione. Quindi la possibilità di ravvisare concorrenze o confusione è praticamente azzerata ed il tentativo dell’utilizzo del sinonimo "Cordisco", di cui non si rileva traccia nei nostri disciplinari, alimentando in questo caso solo confusione, appare solo un mortificante palliativo".