
Il caso di una signora 82enne, domiciliata in una delle ‘casette’ dell’Area Sae di Arquata, ha davvero del clamoroso tanto che la stessa signora ha deciso di prendere carta e penna e inviare una lettera al Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, all’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, alla consigliera regionale Monica Acciarri, ma anche alla direzione della Casa di Cura ‘Villa San Marco’ e dell’ospedale ‘Mazzoni’. La signora, infatti, è stata sottoposta due settimane fa ad una colonscopia prescritta dal proprio medico di base, a seguito di una condizione di anomalo dimagrimento ed esame positivo a sangue occulto. Prenotando l’esame attraverso il Cup Regionale, le è stata assegnata come prima data utile quella del 29 aprile 2024. Data l’urgenza, con priorità 10 giorni, prescritta dal medico di base, nonostante sia pensionata, monoreddito e residente in una delle casette di Arquata, dopo il sisma che ha praticamente fatto scomparire Pescara del Tronto, ha deciso di far fare l’esame privatamente, a pagamento, e lo ha trovato, dopo soli 5 giorni, alla clinica. Terminato l’esame, il medico le ha comunicato la presenza di un ‘polipo di circa 2 centimetri’ e una condizione di ‘diverticolosi dell’ultimo tratto intestinale’. La cosa strana è che il dottore non ha prontamente eseguito l’asportazione e il conseguente esame istologico, adducendo di dover prima consultarsi con un medico dell’ospedale Mazzoni che poi avrebbe eseguito l’operazione, e quindi rinviando il tutto ad un successivo appuntamento. "Mi chiedo – ha scritto la signora – se è prassi o normale amministrazione sottoporre un’anziana di 82 anni a due esami così invasivi e di impegnativa preparazione fisica, quando il tutto poteva risolversi nel corso dello stesso esame".