"Gli appennini sono le dimore degli dei, dei nostri avi, della ricchezza. Custodiscono il nostro bene più prezioso: l’acqua. Ma per troppo tempo sono stati dimenticati, consegnati a qualche cafone senza rispetto. Dobbiamo recuperarli. E Ascoli può tornare ad esserne la capitale come ai tempi di Augusto".  Parole della guida ambientale Davide Peluzzi, presidente di Explora Gesi (Guide e spedizioni internazionali), associazione nata un anno fa per promuovere la natura e il rapporto con l’uomo attraverso, soprattutto, la formazione delle guide ambientali escursionistiche.  Come nasce Explora Gesi?  "È una costola di Explora Nunaat International, realtà legata all’esplorazione di territori non conosciuti in tutto il mondo. Abbiamo appena concluso un corso di formazione sui Monti Gemelli finanziato dalla Fondazione Carisap in collaborazione col Cotuge e il suo presidente Enzo Lori con cui siamo in ottimi rapporti per promuovere questa parte di territorio".  Come esaltare i Monti Gemelli?  "Da una maggiore visibilità. E ci si arriva anche specializzando le guide per diffondere le tante peculiarità di un territorio che è come uno scrigno fatto di tanti gioielli. Penso alla biodiversità, ne è tra i più ricchi d’Europa, alle testimonianze storiche come i tolos (le caciare, nda) fino alla ricerca di elementi poco conosciuti come il Livello ‘Bonarelli, strato di rocce calcaree lì presente da 100 milioni di anni che dimostra l’estinzione delle specie viventi. Infine denominerei il Parco nazionale ‘Gran Sasso – Laga – Gemelli’: seppur tra due parchi, i Monti Gemelli hanno una loro identità".  Lei prende l’Austria come modello da seguire.  "Dobbiamo prendere spunto dalle loro scelte nelle infrastrutture. Tutte le attività dalla città e dai piccoli borghi portano alla montagna: hanno smesso di fare strade puntando su funivie e trasporti su rotaie. Basta, poi, a grandi alberghi ad alta quota, non sostenibili, e via alla costruzione di baite, non impattanti sulla natura e con costi molto bassi. La vita riparte dai paesi e si svolge nei pub, nei ristoranti e nei musei. Ecco, io vedo Ascoli una capitale della Montagna per i suoi rapporti diretti con i Sibillini, i Monti Gemelli e anche il Gran Sasso. E credo molto al progetto del Cotuge ‘Dai borghi alle vette’. Non è un sogno partire dal centro storico e arrivare alle montagne: è una visione che realtà come Innsbruk, St. Moritz e Chhamonix hanno già realizzato".  E come si recuperano le nostre montagne?  "Rimettendo al centro l’uomo e le attività montane ecosostenibili che non stressano il territorio. Dagli impianti di sci, che il Nord Italia dimostra come non impattino sul regno animale, fino alle attività produttive tradizionali, come la pastorizia, che andrebbe meglio regolamentata".  E i piccoli borghi si svuotano.  "Se all’Italia manca la società appenninica cade la sua colonna vertebrale. Gli Appennini sono le dimore degli dei, dei nostri avi, degli italici, dei romani, della ricchezza, sono custodi della nostra acqua. Li abbiamo abbandonati per troppo tempo, dandoli in preda a cafoni e persone senza valore. Dobbiamo recuperarli dando ad Ascoli, strategicamente perfetta anche per il mare, il ruolo di protagonista. Non a caso ai tempi di Augusto era la capitale di una grande regione come il Piceno".  Cosa fare davanti a siccità e allerte meteo?  "Nei cicli della natura abbiamo a che fare con delle forze enormi che l’uomo non può controllare. Il clima cambierà sempre come ha fatto nei secoli. Possiamo non inquinare, rispettare il mondo vegetale e animale, questo sì, ma non possiamo decidere il clima. Ed è sbagliato parlare di allarme siccità creato dal clima. È, al contrario, causato dalla cattiva gestione della risorsa: se ne facciamo un uso smodato come riserva idroelettrica o nell’agricoltura industriale è chiaro che la risorsa idrica diminuisce. Dovremmo fare, quindi, delle attività piu sostenibili in base a ciò che il territorio può dare. È un cambio di approccio culturale, scientifico e sociale".  Le prossime iniziative?  "Progetti legati allo sviluppo e all’esplorazione dei Monti Gemelli, sia sulla biodiversità che alle grotte e pareti particolari come i torrioni sul Monte Girella. Nel 2023, invece, andremo in Himalaya per issare la bandiera dei Monti Gemelli in una montagna senza nome".  e.p.

Cronaca

"Gli appennini sono le dimore degli dei, dei nostri avi, della ricchezza. Custodiscono il nostro bene più prezioso: l’acqua. Ma per troppo tempo sono stati dimenticati, consegnati a qualche cafone senza rispetto. Dobbiamo recuperarli. E Ascoli può tornare ad esserne la capitale come ai tempi di Augusto". 
Parole della guida ambientale Davide Peluzzi, presidente di Explora Gesi (Guide e spedizioni internazionali), associazione nata un anno fa per promuovere la natura e il rapporto con l’uomo attraverso, soprattutto, la formazione delle guide ambientali escursionistiche. 
Come nasce Explora Gesi? 
"È una costola di Explora Nunaat International, realtà legata all’esplorazione di territori non conosciuti in tutto il mondo. Abbiamo appena concluso un corso di formazione sui Monti Gemelli finanziato dalla Fondazione Carisap in collaborazione col Cotuge e il suo presidente Enzo Lori con cui siamo in ottimi rapporti per promuovere questa parte di territorio". 
Come esaltare i Monti Gemelli? 
"Da una maggiore visibilità. E ci si arriva anche specializzando le guide per diffondere le tante peculiarità di un territorio che è come uno scrigno fatto di tanti gioielli. Penso alla biodiversità, ne è tra i più ricchi d’Europa, alle testimonianze storiche come i tolos (le caciare, nda) fino alla ricerca di elementi poco conosciuti come il Livello ‘Bonarelli, strato di rocce calcaree lì presente da 100 milioni di anni che dimostra l’estinzione delle specie viventi. Infine denominerei il Parco nazionale ‘Gran Sasso – Laga – Gemelli’: seppur tra due parchi, i Monti Gemelli hanno una loro identità". 
Lei prende l’Austria come modello da seguire. 
"Dobbiamo prendere spunto dalle loro scelte nelle infrastrutture. Tutte le attività dalla città e dai piccoli borghi portano alla montagna: hanno smesso di fare strade puntando su funivie e trasporti su rotaie. Basta, poi, a grandi alberghi ad alta quota, non sostenibili, e via alla costruzione di baite, non impattanti sulla natura e con costi molto bassi. La vita riparte dai paesi e si svolge nei pub, nei ristoranti e nei musei. Ecco, io vedo Ascoli una capitale della Montagna per i suoi rapporti diretti con i Sibillini, i Monti Gemelli e anche il Gran Sasso. E credo molto al progetto del Cotuge ‘Dai borghi alle vette’. Non è un sogno partire dal centro storico e arrivare alle montagne: è una visione che realtà come Innsbruk, St. Moritz e Chhamonix hanno già realizzato". 
E come si recuperano le nostre montagne? 
"Rimettendo al centro l’uomo e le attività montane ecosostenibili che non stressano il territorio. Dagli impianti di sci, che il Nord Italia dimostra come non impattino sul regno animale, fino alle attività produttive tradizionali, come la pastorizia, che andrebbe meglio regolamentata".
 E i piccoli borghi si svuotano. 
"Se all’Italia manca la società appenninica cade la sua colonna vertebrale. Gli Appennini sono le dimore degli dei, dei nostri avi, degli italici, dei romani, della ricchezza, sono custodi della nostra acqua. Li abbiamo abbandonati per troppo tempo, dandoli in preda a cafoni e persone senza valore. Dobbiamo recuperarli dando ad Ascoli, strategicamente perfetta anche per il mare, il ruolo di protagonista. Non a caso ai tempi di Augusto era la capitale di una grande regione come il Piceno". 
Cosa fare davanti a siccità e allerte meteo? 
"Nei cicli della natura abbiamo a che fare con delle forze enormi che l’uomo non può controllare. Il clima cambierà sempre come ha fatto nei secoli. Possiamo non inquinare, rispettare il mondo vegetale e animale, questo sì, ma non possiamo decidere il clima. Ed è sbagliato parlare di allarme siccità creato dal clima. È, al contrario, causato dalla cattiva gestione della risorsa: se ne facciamo un uso smodato come riserva idroelettrica o nell’agricoltura industriale è chiaro che la risorsa idrica diminuisce. Dovremmo fare, quindi, delle attività piu sostenibili in base a ciò che il territorio può dare. È un cambio di approccio culturale, scientifico e sociale". 
Le prossime iniziative? 
"Progetti legati allo sviluppo e all’esplorazione dei Monti Gemelli, sia sulla biodiversità che alle grotte e pareti particolari come i torrioni sul Monte Girella. Nel 2023, invece, andremo in Himalaya per issare la bandiera dei Monti Gemelli in una montagna senza nome". 
e.p.

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