La morsa della burocrazia: per un bar servono 76 atti

Incombenze, pratiche e confronto con gli enti: decine di documenti. e mesi di tempo per chi vuole aprire una nuova attività. I dati della Cna.

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Aprire un’impresa è un’impresa: un gioco di parole per rendere l’idea del peso della burocrazia che grava su coloro che vogliono dare vita a un’attività. A ‘misurare’ quanto vale l’intera macchina burocratica, in termini di tempo e costi per l’imprenditore, è stato l’Osservatorio della Cna nazionale che alla fine ha tirato fuori numeri impressionati. Sono infatti necessarie 65 incombenze, di vario genere e tipologia, per tirare su la serranda di una nuova attività. Ad esempio, se avete in mente di aprire un’attività di autoriparazione sappiate che la vostra virtù principale dovrà essere la pazienza: perché potrebbero essere necessari anche 86 pratiche, da portare a termine confrontandosi con una trentina di enti e 48 contatti. Senza dimenticare la spesa, tutt’altro che banale, di 18.550 euro. Non è messo meglio chi vuole aprire un salone di acconciatura, che dovrà definire 65 adempimenti interfacciandosi con 26 enti, per una spesa di 17.535 euro.

Bar e gelaterie condividono un destino simile: nel primo caso servono 71 pratiche, che coinvolgono anche 26 enti con i quali, però, ci si può dover interfacciare fino a 41 volte perché con alcuni di loro serve più di un passaggio (14.667 euro di costi complessivi); nel secondo caso gli adempimenti diventano 73 e la spesa da affrontare di 12.660 euro. Numeri che arrivano nei giorni del Decreto semplificazioni, che per la Cna Picena potrà rappresentare un passo importante per rimettere in moto l’Italia "solo se fornirà risposte puntuali alle questioni che tengono bloccate le opere pubbliche e frenano gli investimenti privati".

Infatti la ripresa passa da un doppio binario: oltre alla necessità di rendere più semplice la vita degli aspiranti imprenditori, è infatti fondamentale sbloccare opere pubbliche che possano ridare economia ai territori.

Il presidente Luigi Passaretti ha detto che "l’esigenza di definire rapidamente un Piano straordinario per la manutenzione e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare e infrastrutturale pubblico, assicurando adeguate risorse, è un altro dei nodi fondamentali per il nostro territorio".

Per la Cna Picena la semplificazione non può prescindere "da una profonda riforma del fisco, orientato a semplicità e equità uniformando i gravosi livelli di tassazione su artigiani e piccole imprese, dal rinnovamento della pubblica amministrazione e l’accelerazione della digitalizzazione".

"Non di meno è necessario rivedere la ripartizione delle competenze tra i vari livelli istituzionali e intervenire sulla giustizia civile così da garantire certezza nei rapporti economici e sentenze in tempi congrui".

Daniele Luzi