La mostra di Giuliani In città dopo il Colosseo

È stata l’esposizione più visitata d’Italia quella dell’ascolano che ha dedicato la sua arte al travertino: "La più sacra tra le pietre, materiale arcaico".

La mostra di Giuliani  In città dopo il Colosseo

La mostra di Giuliani In città dopo il Colosseo

A Roma, nel parco archeologico del Colosseo dove è rimasta fino a gennaio, è stata la mostra di arte contemporanea più visitata d’Italia con un un milione e 240 mila visitatori. Da ieri, ‘Armonie di pietra. Il paesaggio delle Marche nelle sculture di Giuliano Giuliani’, è visitabile (fino al 28 giugno) ad Ascoli, città dove l’artista è nato e vive, nel chiostro di Sant’Agostino, seconda tappa dopo quella romana. "Non è la prima volta che ad Ascoli presentiamo le opere di Giuliano Giuliani – dice il direttore dei musei civici, Stefano Papetti –, ma l’abbiamo sempre messe al Forte Malatesta perché quello è lo spazio destinato all’arte contemporanea. E se anche in quell’ambiente le opere di Giuliani hanno fatto sempre una figura spettacolare, le sue sculture devono stare all’aperto perché nascono all’aperto, nella sua cava. Il laboratorio di questo artista ha per tetto le nuvole, e quindi vederle oggi qui, all’aperto, si apprezza molto anche il dialogo con la luce che il travertino permette".

"Le opere presenti – ha spiegato ancora il direttore Papetti – sono in gran parte quelle che sono state esposte a Roma, ma ce ne sono due nuove, due pannelli che riproducono l’aspetto del paesaggio, ma che guardandole sembrano due profili umani". A cura di Carlo Bachetti Doria, la mostra gode del sostegno della Regione Marche e del Comune di Ascoli.

Le opere di Giuliano Giuliani nascono e si plasmano nel travertino. Si tratta di una materia viva profondamente legata anche alla storia personale dello scultore: Giuliano Giuliani nasce infatti ad Ascoli e tutt’oggi opera laddove un tempo suo padre e suo zio diedero vita all’attività di famiglia, una cava a Colle San Marco, che oggi si è trasformata in uno studio a cielo aperto.

"La caratteristica del mio lavoro è che si nutre di una diretta e personale manualità e di un fare per sottrazione dal blocco intero – dice Giuliano Giuliani –. L’uso del travertino, la più sacra tra le pietre, materiale arcaico e assoluto del mio lavoro, contribuisce a mantenere e inserire forme contemporanee in luoghi diversificati, sia in ambito archeologico, sia in ambito urbano moderno. È un fare generato da una necessità di essenziale, un togliere il superfluo, fare spazio per lasciare il risultato: segno – conclude l’artista ascolano – di definizione alla restante fragilità, senso di valore alla leggerezza, ovvero spiritualità".

La mostra è visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 18. L’ingresso è gratuito.

Lorenza Cappelli