
La protesta dei mille con i sindacati: "No a questa legge di bilancio"
La marcia dei ‘mille’ per dire no alla legge di bilancio del governo Meloni e ribadire l’esasperazione delle famiglie di fronte alle condizioni drammatiche che lavoratori, pensionati e studenti continuano a dover mandare giù per cercare di sopravvivere. Sotto le cento torri ieri mattina si è ottenuta una risposta oltre le aspettative. Tantissimi coloro che hanno deciso di abbandonare tutto per scendere in piazza e rivendicare i propri diritti.
Nel post pandemia è stata indubbiamente quella allestita da Cgil e Uil una delle manifestazioni cittadine maggiormente partecipate. Segno tangibile ed evidente del malcontento che continua a regnare sovrano all’interno della collettività, in special modo nelle famiglie che non ce la fanno più. Il ritrovo e l’ammassamento del corteo è avvenuto a piazza Roma, a partire dalle 10. Poco più tardi lo stesso ha iniziato a muovere, armato di fischietti, i primi passi percorrendo via del Trivio, poi via Cairoli fino a giungere in piazza Ventidio Basso dove si sono susseguiti i vari interventi previsti. "Adesso basta!", questo il grido di rabbia per contestare le varie sfaccettature della nuova finanziaria che sembrano proprio non convincere.
"È importante essere qui – commenta Giorgio Andreani, segreteria Uil Marche –, vogliamo dire basta a questa legge di bilancio impostata male e che non raccoglie le indicazioni che il sindacato ha cercato di portare ai tavoli di confronto. Il governo non ascolta le proposte in cui invece noi crediamo fortemente. La piazza di oggi ha voluto rispondere anche alle intimidazioni di qualche Ministro che non voleva far scendere in strada la gente. La risposta avuta conferma che le persone e il sindacato non hanno paura. Ci sono tantissimi studenti. Loro rappresentano il nostro futuro. È fondamentale che siano insieme a noi nel combattere queste battaglie. Anche perché le proposte che stiamo facendo riguardano le future generazioni. Noi ci crediamo ed è importante vederli al nostro fianco".
Sostenere una politica economica, sociale e contrattuale necessaria ed urgente è l’obiettivo da raggiungere. Scuola pubblica e politiche sociali (casa, affitti, bollette, povertà), rilancio della contrattazione collettiva, miglioramento della vita e delle condizioni delle donne, tassazione sugli extraprofitti per combattere l’evasione fiscale, potenziamento della sanità sempre più indirizzata verso una privatizzazione della stessa, garanzia della sicurezza sul posto di lavoro, riforma delle pensioni. Questi alcuni degli aspetti sui quali dover invertire quanto prima la rotta per favorire il rilancio del paese e del territorio provinciale. Ad avvicendarsi nelle classiche arringhe finali sono stati Simone Clerici (Rsu sanità Fp Cgil Ascoli), Emma Lori (delegato Uiltec Ascoli Pfizer Italia), Sara Fazzini (Rsa Filcams Cgil Eurospin Tirrenica Porto d’Ascoli), Giovanni Paci (Uil pensionati Ascoli), Ilario Valori (Filt Cgil settore trasporti).
L’intervento conclusivo è stato di Daniela Barbaresi, segretaria nazionale Cgil, che sostiene: "Ci vuole rispetto per chi non arriva a fine mese e per chi ancora muore sul posto di lavoro. A noi di ciò che è previsto in questa legge arriverà ben poco. Un lavoratore su due ha un contratto part-time o precario. Questo vuol dire che quel lavoro è povero. Se l’unica proposta che offrono ai giovani è un tirocinio spiegatemi come fanno a costruire una prospettiva di vita".