La rabbia corre sul web: "Ci dissociamo"

L’amarezza degli arquatani non firmatari: "Da tanto dolore qualcuno non si ha imparato niente"

La lettera dei 50 proprietari di Piedilama ha suscitato reazioni non solo nel mondo politico, ma anche di altri residenti del comune di Arquata. Fra questi Lina Giorgi. "Essendo anche io una "Sartotella" ed essendo stato nominato il soprannome della mia famiglia sulla fantomatica lettera inviata e di cui la maggior parte dei piedilamesi residenti non sa nulla, vorrei precisare che mi dissocio da ciò che è stato scritto e con umiltà e vergogna chiedo perdono! Evidentemente il dolore la tragedia che abbiamo vissuto a qualcuno non ha insegnato nulla!". Anche Serena Rossi non ha apprezzato la lettera. "Volevo ricordare ai signori di Piedilama che i cittadini di Pescara hanno dato e parecchio. Primo quando è stata realizzata la Cam Toys (fabbrica di peluche): loro non hanno lavorato sulle terre espropriate a Pescara? E la fabbrica di gelatina? Non erano anche quelle le terre di Pescara? E tutta l’aria PIP non è stata espropriata 30 anni fa ed usata solo ora per le Sae e per le attività produttive del comune di Arquata? Anche queste erano terre dei pescaresi – sottolinea Rossi -. Vogliamo parlare della strada delle Tre Valli fatta da Costantino Rozzi? Loro dove lavoravano? E le terre non erano di Pescara? Le cave di breccia che loro hanno usato non erano le terre di Pescara? Se il comune di Arquata ha finito i terreni noi cosa dobbiamo fare?". Infine Eleonora Tiliacos: "Che immensa tristezza, da arquatana, leggere queste cose. Levare gli scudi all’idea di dare casa a una trentina di pescaresi, in poche abitazioni a margine di Piedilama... e c’è chi in sostanza li respinge, ipotizzando uno ’scempio’ che per chi minimamente conosce la realtà dei luoghi e la consistenza di ciò che andrebbe costruito suona ridicolo".