La richiesta di perdono dall’ex vescovo D’Ercole

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"Chiedo perdono anzitutto a Dio perché è stata gravemente offesa la sua misericordia. Chiedo perdono a questa comunità parrocchiale così duramente e ingiustamente ferita dalla condotta di un sacerdote accolto con amore. L’animo umano, anche quello di un prete, resta sempre un abisso misterioso!". Questo disse l’allora vescovo D’Ercole (nella foto) all’indomani della vicenda che coinvolse Alberto Bastoni, all’epoca sacerdote in Duomo. "Chiedo perdono con l’umiltà di un padre ferito, profondamente scosso per quanto è avvenuto e per non essere riusciti, pur con tanta buona volontà, a impedirlo". Sulla vicenda prese posizione anche il compianto don Angelo Ciancotti, che in veste di parroco della Cattedrale di Sant’Emidio scrisse una lettera ai fedeli. "Non scadiamo nel chiacchiericcio e nel banale giudizio, alimentando così le voci su una vicenda molto delicata che in un modo o nell’altro colpisce noi tutti, la nostra parrocchia, la nostra diocesi, la Chiesa di Dio. Non ergiamoci, ve ne preghiamo, a giudici spietati che concludono indagini ed emettono sentenze ancor prima delle autorità competenti che in tal lavoro sono ora impegnate".

I parrocchiani erano disorientati, serpeggiava il malumore specie fra genitori che avevano affidato i figli a Bastoni. "Con la ferma convinzione che tutti, in quanto persone umane, possiamo sbagliare e che per questo siamo in dovere di offrire a tutti un’ulteriore possibilità di redenzione, abbiamo accolto la sua nomina a nostro vice parroco, aiutandolo in questo suo riscatto personale nel proprio cammino di rinascita umana e spirituale – scrissero don Angelo e don Giorgio – Dobbiamo riconoscere che padre Alberto ha fatto tanto per la pastorale della nostra comunità, soprattutto nei momenti più difficili in cui la parrocchia ha vissuto e condiviso la malattia del suo parroco".

p. erc.