Per anni si è parlato di lui come di un talento. Complici la sfortuna, però, che ci ha messo lo zampino in molti casi, e anche qualche suo errore di troppo, non era mai riuscito a togliersi delle soddisfazioni. Stavolta, invece, Mattia Zannori ce l’ha fatta e domenica ha trionfato alla Quintana di Foligno. Per la prima volta. E con ampio merito. Dopo la deludente giostra ascolana dello scorso agosto, quando venne chiamato da Porta Maggiore soltanto una settimana prima per sostituire Lorenzo Savini, sul trentenne di San Gemini sembrava essere calato il buio. Invece, il riscatto è stato servito. Su un piatto d’oro, non d’argento. Una prestazione maiuscola, quella con cui Zannori ha riportato dopo 17 anni al successo il rione Ammanniti, in sella a Franceschina.
Mattia, quanta emozione c’è all’indomani di un trionfo del genere?
"Sono felicissimo, perché dopo tanti secondi posti finalmente sono riuscito a vincere. Ho corso una giostra da protagonista, anche grazie a una cavalcatura eccezionale. Gli avversari erano tutti molto forti, a partire da Innocenzi e Melosso, ma sapevo di potermela giocare e tutto è andato per il verso giusto. Ringrazio tutti coloro che mi sono sempre stati vicini, a partire da Paolo Margasini e Umberto Colavita, tutto lo staff, la mia famiglia e chiunque mi segue nelle gare in tutta Italia".
A fine Quintana ha ricevuto un abbraccio caloroso da Innocenzi: di fatto lei è cresciuto con lui, cosa le ha detto?
"Luca è stato sempre il mio punto di riferimento. E’ la persona che mi ha permesso di raggiungere un certo livello. Se sono arrivato a lottare contro i più grandi, sicuramente, tanto lo devo a lui. Dopo la gara era amareggiato per non aver vinto, ma sono anche certo che una parte del suo cuore gioiva per me. Mi vuole bene e sa quanti sacrifici ho fatto in tutti questi anni".
Però ci tolga una curiosità: come mai a Foligno se la gioca sempre, mentre alla Quintana di Ascoli le cose sono sempre andate diversamente?
"In realtà non la penso esattamente così. Il 2019 sarebbe potuta essere un’annata straordinaria, perché sfiorai la vittoria sia a luglio che ad agosto. Di fatto, nella giostra in notturna arrivai dietro a Luca di pochissimi punti, mentre ad agosto ero in testa ed ero l’ultimo a scendere in pista: poi la cavalla perse il ferro in curva e rischiai anche di cadere. Diciamo che sono stato parecchio sfortunato ad Ascoli, dai. Poi c’è stato l’anno del covid che, insieme ad altri cambiamenti, non mi ha portato ad essere competitivo negli anni successivi. Va anche detto che il livello, alla Quintana di Ascoli, si è alzato tantissimo. E’ una giostra molto tecnica sia per il cavallo che per il cavaliere. A Foligno, se esci largo in curva, l’anello lo puoi prendere lo stesso. Ad Ascoli, invece, sei fuori. La vostra Quintana non perdona".
Nel 2025 la rivedremo allo Squarcia?
"Ho in mano il ‘nulla osta’, che Porta Maggiore mi ha rilasciato dopo la Quintana di agosto. Attualmente, quindi, sono libero. A dicembre ci saranno le elezioni per il rinnovo dei comitati, quindi credo che non si muoverà niente fino a quel momento. Lo sapete, la Quintana di Ascoli la amo. Mi è sempre piaciuta. E spero possa esserci l’occasione di rientrare. Già dal 2025".
Matteo Porfiri