La sfida di Bugari L’olimpionico che corre in difesa degli animali: "L’Italia in 22 giorni"

È partito ieri da Santa Maria di Leuca e raggiungerà Milano con ultramaratone giornaliere: "Raccolta fondi per Essere Animali".

La sfida di Bugari  L’olimpionico che corre  in difesa degli animali:  "L’Italia in 22 giorni"

La sfida di Bugari L’olimpionico che corre in difesa degli animali: "L’Italia in 22 giorni"

I 42 chilometri percorsi da Filippide da Maratona ad Atene sono diventati leggendari, tanto da dare il nome alla corsa simbolo dell’atletica leggera. Non aspira a diventare leggenda, ma ha un fine nobile Riccardo Bugari, olimpionico nel pattinaggio a Pyeongchang 2018, che da ieri ha iniziato la sua lunga marcia in difesa degli animali. Oltre mille chilometri da correre in 22 giorni, ancora più dei 42 di Filippide ogni 24 ore, un’ultramaratona quotidiana. Ieri è partito da Santa Maria di Leuca, il 30 settembre l’arrivo a MIlano.

Bugari, come è stato il primo giorno?

"Ho patito un po’ il caldo perché c’erano poche zone d’ombra. Ma tutto sommato è andata bene, ho percorso i miei primi 53 chilometri".

Come è nata l’idea del progetto Running Italy for Animals?

"Lo scorso inverno ho visto un video di Nedd Brockmann, un ragazzo australiano che aveva percorso di corsa tutta l’Australia per una raccolta fondi. Ho pensato, perché non farlo anche in Italia? Appena ne ho parlato con l’associazione Essere Animali hanno accettato con entusiamo".

L’obiettivo è raccogliere 10mila euro per l’associazione in vista di processi per maltrattamenti negli allevamenti?

"Sì, ma se riuscissimo a ottenere ancora di più sarebbe meglio. Ci saranno quattro eventi dove è compresa la raccolta fondi. Possiamo farcela".

È più impegnativa un’Olimpiade o questo progetto?

"Sono due cose diverse, due sport diversi. Ma forse visto che affronterò una prova di endurance estrema ti direi questo, porti il corpo oltre i limiti. Per l’Olimpiade il grande sforzo è spalmato negli anni".

Dopo il pattinaggio hai approcciato al triathlon, quindi la corsa e infine l’ultra. Come hai scelto questi sport?

"Il triathlon mi è sempre piaciuto: da pattinatore seguivo il mondiale Ironman. Era naturale arrivarci. Ma una volta fatto l’Ironman mi sono reso conto che il tempo richiesto per l’allenamento era troppo, così mi sono dedicato soltanto alla corsa. Grazie anche a degli amici che praticavano ultratrail sono poi arrivato qui".

Come ti sei allenato per questa sfida?

"L’ho preparata in poco tempo, diciamo a luglio e agosto con due blocchi di allenamento: 400 chilometri a luglio, 550 ad agosto,tra cui una gara di 100 chilometri a Roma in notturna e cinque giorni consecutivi con 50 chilometri. Ora però i giorni saranno 22".

Come ti sei organizzato?

"La mia ragazza mi accompagna in camper, mentre nei fine settimana correrà con me il mio migliore amico. Lungo l’Italia tante persone si uniranno nel tragitto, chi a piedi, chi in bici".

Sei vegano, ora anche attivista. Da dove nasce tutto?

"Dalla presa di coscienza di quanto sentivo. Sono da sempre animalista, ma non mi ponevo domande più scomode".

Corri per mettere in luce le condizioni degli animali. È un problema sentito secondo te?

"Lentamente se ne inizia sempre più parlare. Non come in Nord Europa, dove sono più avanti, ma anche qui trovi ovunque menu veg, ora c’è anche il prodotto di nicchia".

Dall’orsa Amarena alla capra uccisa a calci. La cronaca mette in mostra ancora crudeltà.

"E’il frutto di quello che seminiamo. Parliamo di animali come cose distanti, che non sentono dolore. In realtà non è così e poi si sfocia nella violenza estrema che è terribile. Sono casi, ma ci sono e vanno puniti".

L’altra faccia della medaglia è forse il cieco animalismo con insulti social e odio. C’è forse un limite da non oltrepassare?

"Sicuramente, l’essere animalisti non è quello. Io capisco da una parte chi ci sta tanto male e reagisce in modo estremo ma è sbagliato perché ottiene il risultato opposto.

Flavio Nardini