La spinta della Cna: "Le piccole imprese per poter far rivivere le nostre aree intere"

Balloni e Trillini: "Abbiamo a disposizione delle risorse importanti, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia, anche alla luce del calo delle ditte attive che ormai vediamo da anni".

La spinta della Cna: "Le piccole imprese per poter far rivivere le nostre aree intere"

Balloni e Trillini: "Abbiamo a disposizione delle risorse importanti, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia, anche alla luce del calo delle ditte attive che ormai vediamo da anni".

Sono passati la bellezza di otto anni dalla terribile tragedia del terremoto che nel 2016 mise in ginocchio il territorio piceno. Ancora oggi le aree interne e buona parte della provincia purtroppo si trovano a dover fare i conti con le terribili conseguenze di quegli avvenimenti. La rinascita dei luoghi martoriati dal sisma procede a rilento, ma la Cna nel corso del tempo ha sempre ribadito a più riprese la propria vicinanza, fornendo supporto e assistenza a breve e lungo termine con l’obiettivo di agevolare la ripresa economica nonché sociale dell’entroterra. "Abbiamo a disposizione delle risorse importanti, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia, anche alla luce del calo delle imprese attive a cui il territorio assiste ormai da anni – spiegano Francesco Balloni e Arianna Trillini, rispettivamente direttore e presidente della Cna di Ascoli –. Abbiamo il compito di ricostruire non solo le infrastrutture, ma anche la fiducia e la speranza di chi dovrà far rivivere questi splendidi luoghi. Un obiettivo da raggiungere attraverso la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti e alla promozione delle eccellenze locali". Per la Cna il percorso di ripresa da portare avanti dovrà progredire senza mai lasciare nessuno indietro. Questo sarà possibile cercando di restituire soprattutto i legami sociali e il senso di comunità.

La ‘cittadella delle attività produttive’, inaugurata ad Arquata all’indomani del terremoto, ha rappresentato uno dei primi concreti segnali di ripartenza. Da lì in poi, con 12.706 domande concesse sulle 18.186 presentate, la ricostruzione privata nelle Marche ha registrato una spinta che lascia ben sperare, in linea con il 94% di opere programmate già avviate in ambito pubblico, che tuttavia dovrà necessariamente essere affiancata da una rinascita dei servizi offerti al cittadino e alle imprese per poter dare nuova linfa a un territorio profondamente ferito, anche sul piano sociale. Le risorse stanziate nell’ambito del programma NextAppennino hanno contribuito a restituire certezze e fiducia con 500 milioni di euro sui 700 complessivi già stanziati nell’ambito della macromisura b, di cui 220 milioni concessi nelle Marche a fronte delle 645 domande finanziate a fronte delle 1.377 totali. "Il percorso tracciato però non potrà prescindere dal coinvolgimento di imprese, associazioni e università".

Massimiliano Mariotti