La verità della Procura Il party ora si sgonfia, Monti: "A San Marco non è stato un rave"

Il bilancio del procuratore sulla notte al pianoro: "Sequestrato un quantitativo irrilevante di sostanza stupefacente. Non è stato ravvisato il reato di recente introduzione".

La verità della Procura  Il party ora si sgonfia,  Monti: "A San Marco  non è stato un rave"
La verità della Procura Il party ora si sgonfia, Monti: "A San Marco non è stato un rave"

A distanza di qualche giorno si vanno delineando i contorni di quanto avvenuto la notte fra il 24 e il 25 aprile in una cava a Colle San Marco dove l’intervento degli agenti della Questura di Ascoli, col supporto di un reparto proveniente da Roma, e di personale di carabinieri e Guardia di Finanza ha interrotto sul nascere una manifestazione non autorizzata, definito un "rave party al quale erano attese un migliaio di persone". Il procuratore capo della Repubblica di Ascoli Umberto Monti ha tracciato il bilancio di quanto avvenuto al pianoro spiegando che "le persone partecipanti che stavano ballando e ascoltando musica erano circa 50 di cui 20 identificate" e che a seguito di approfonditi accertamenti "nessun elemento fa ritenere che fosse prevista o attesa la partecipazione di ulteriori persone e tantomeno di centinaia di persone. Non è stato sequestrato nessun quantitativo di alcool; è stato sequestrato in via amministrativa un quantitativo minimale e pressoché irrilevante di sostanza stupefacente" ha aggiunto Monti sottolineando che "non è stato riscontrato nessun abuso nella consumazione di alcool o stupefacenti né alcuna attività di cessione di stupefacenti". Sempre nell’immediatezza del fatto era stato reso noto che erano al vaglio le posizioni di alcuni soggetti ritenuti gli organizzatori dell’evento che rischiavano una denuncia in base alle norme anti rave party introdotte dal Governo Meloni.

"Nei fatti accertati non è stato ravvisato il reato di recente introduzione di "invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica" (633 bis cp) per la assenza di un concreto pericolo per la incolumità e salute pubblica, considerato il ridotto numero di partecipanti, il luogo aperto e in zona montana in cui si svolgeva il raduno, l’assenza di elementi circa abuso nel consumo di alcool o stupefacenti, l’assenza di ogni altro elemento relativo a situazioni di pericolo per la pubblica incolumità o salute, o relativo ad attività di cessione di stupefacenti o ad altri reati" ha tenuto a puntualizzare Monti. Conseguentemente il procuratore della Repubblica di Ascoli ha disposto il dissequestro delle attrezzature musicali e un furgone utilizzato per trasportarle, sequestrati al momento dell’intervento della Polizia e restituiti ai proprietari. Allo stato si sta valutando la possibile configurabilità di reati meno gravi (invasione di terreni – art. 633 cp perseguibile a querela, che allo stato manca; contravvenzione per mancato preavviso al questore della manifestazione – art- 18 Tulps-) o di violazioni amministrative, per delineare le eventuali responsabilità degli organizzatori.

Peppe Ercoli