La villa romana riapre con tante novità

Si pensa che il sito del paese alto fosse dedicato alla produzione del garum, un condimento usato nell’antichità

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Villa romana, un tesoro senza fine. Dagli scavi emergono nuovi ritrovamenti: il sito archeologico tornerà visitabile da venerdì prossimo e l’area museale verrà completata, a detta dell’amministrazione comunale, entro la fine del 2021. Intanto, da venerdì la villa marittima del Paese Alto riapre alle visite: si potranno ammirare i nuovi importanti reperti venuti alla luce durante gli scavi effettuati negli ultimi mesi. Con delle visite guidate aperte al pubblico, alle 18, riapriranno le porte della villa rinvenuta al di sotto del vecchio incasato sambenedettese. "Con il supporto degli archeologi che hanno lavorato nell’area, si potranno ammirare – spiega l’assessore alla cultura Annalisa Ruggieri - non solo i reperti emersi nella parte interna ma anche quelli venuti alla luce sulla parte esterna all’edificio dell’ex scuola elementare, ritrovamenti che gettano una luce tutta nuova sull’importanza che ha avuto in epoca romana la villa marittima di San Benedetto". Nell’estate 2020 i lavori di recupero avevano infatti consentito di aprire alla pubblica fruizione gli spazi interni nei quali è collocato il mosaico di età romana risalente al I secolo a.C. Con gli elementi a disposizione, si era giunti alla conclusione che la villa fosse un sito per la produzione del garum, un condimento usato dagli antichi romani. Poi il cantiere, sempre in coordinamento con la soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio delle Marche, è ripartito in autunno con gli scavi che hanno interessato la parte esterna che si affaccia su piazza Sacconi. Sono così tornati alla luce altri mosaici di età romana e parti di una vasca rivestita con ‘cocciopesto’, materiale edilizio caratteristico del periodo usato come rivestimento impermeabile di pavimenti e pareti, e si è avuta invece la prova che nella villa marittima del Paese Alto si producesse vino.

Da qui, il progetto iniziale è stato rimodulato in base alle necessità. L’iniziativa è stata sin da subito divisa in tre tranche: una prima parte è stata finanziata con 200mila euro provenienti dai fondi Por-Fesr e ha visto il recupero dell’area museale che occupa il piano terra dell’ex scuola Castello. con il meraviglioso pavimento mosaicato. Il secondo progetto ha riguardato la realizzazione di un centro culturale didattico adiacente al mosaico, sempre al piano terra della ex scuola: in questo caso il finanziamento deriva da fondi regionali Pruacs per circa 90mila euro. Infine, il terzo stralcio è stato finalizzato alla valorizzazione dell’area museale all’aperto, limitrofa a piazza Sacconi, per un investimento di 313mila euro provenienti dal Piano Nazionale di Riqualificazione delle Aree Degradate.

"Dopo l’estate partirà l’ultima fase dell’intervento – dice ancora l’assessore Ruggieri – con la realizzazione di due teche in acciaio e vetro destinate a proteggere i reperti, pannelli informativi, un nuovo arredo della parte di piazza Sacconi interessata dagli scavi. Ma prima di completare il complesso intervento si è voluto condividere con cittadini e turisti il piacere di ammirare i risultati di questo appassionante lavoro archeologico". Secondo gli uffici di viale De Gasperi, nello specifico, il cantiere dovrebbe riaprire a metà settembre. Per effettuare l’opera di musealizzazione sarà necessario un intervento di circa due mesi. L’amministrazione comunale è però cauta nell’annunciare date, e stima che l’operazione debba terminare entro la fine dell’anno.

Giuseppe Di Marco