L’acqua non c’è: ecco l’ordinanza anti spreco

Si muove il sindaco di San Benedetto, Antonio Spazzafumo: stop all’utilizzo per utilizzi diversi da quelli igienici personali e potabili

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Crisi idrica, il sindaco di San Benedetto firma l’ordinanza contro gli sprechi d’acqua: l’amministrazione comunale vieta tutti gli utilizzi eccetto quelli per l’igiene personale e potabili. In considerazione della crisi idrica che sta attraversando tutto il territorio del Piceno e del Fermano, Il sindaco Antonio Spazzafumo ha firmato un’ordinanza che vieta l’impiego dell’acqua potabile per utilizzi diversi da quelli igienici personali e potabili. La decisione, sollecitata anche dal prefetto di Ascoli, è stata presa alla luce della situazione, con l’intento di garantire che il territorio continui a godere di sufficiente risorsa idrica senza ricorrere a razionamenti d’emergenza. L’ordinanza, che è entrata in vigore il 29 giugno, indica esplicitamente tra le attività vietate l’impiego di acqua potabile per innaffiare orti, giardini, cortili, per pulire strade, marciapiedi e per il lavaggio di automezzi, pena una sanzione amministrativa. "È un provvedimento dovuto – ha detto il primo cittadino – indispensabile per garantire ai residenti e agli ospiti la piena funzionalità del servizio. Con il cronicizzarsi nei periodi caldi della scarsità d’acqua, è necessario tutelare con ogni mezzo le scorte della preziosa risorsa. Ovviamente sono sicuro che la stragrande maggioranza delle persone è consapevole dell’importanza di comportamenti virtuosi, l’ordinanza è uno strumento importante per sanzionare chi continua ad ignorare la gravità della situazione che stiamo vivendo".

La mancanza d’acqua, insomma, si fa sentire ben oltre i numeri del bilancio Ciip, che di per sé già fotografa una situazione complessa. Il consuntivo 2021 del Consorzio Idrico reca un risultato di gestione pari a 6.639.646 euro e un valore degli investimenti realizzati, che raggiunge i 20.838.052 euro. La nota dolente riguarda la grave carenza d’acqua che ha scosso il Piceno, portando minori ricavi per 1,7 milioni e maggiori costi per 1,2 milioni. Dai resoconti dei tecnici risulta inoltre evidente che, se non fosse stato per gli ulteriori ricavi provenienti dagli indennizzi della Protezione Civile, il contesto oggi sarebbe anche più difficile da gestire. Nel concreto, oltre al razionamento, a San Benedetto sono state chiuse 60 delle 71 fontanelle esistenti. La riviera, nel frattempo, attende risposte concrete per il miglioramento del servizio, ma la Ciip ha annunciato un importante ritardo nell’esecuzione dei progetti posti in essere. Nello dettaglio, nel 2021 sono stati spesi 1.002.228,55 euro in meno rispetto al preventivo, fra cui 668.984,09 euro in meno per l’impiantistica di depurazione e i 345.455,88 euro in meno per l’acquedotto. Per la rete fognaria ammalorata in via Val Tiberina, nel 2021, infine, sono stati investiti solo 210mila euro, perché l’azienda non ha ottenuto le necessarie autorizzazioni della Società Autostrade.

Giuseppe Di Marco