MATTEO PORFIRI
Cronaca

Lago di Pilato, magia della ‘rinascita’: “Ancora poca acqua, ma è già spettacolo”

Dalla scalatrice del Cai Sara Marcelli al geologo Paride Giordani: “Si alimenta con lo scioglimento delle nevi. Di solito si forma alla fine di maggio o nei primi giorni di giugno”

Lago di Pilato, l'escursione che regala emozioni

Lago di Pilato, l'escursione che regala emozioni

Ascoli, 4 giugno 2025 – Un lento risveglio. Dopo il lungo silenzio dell’inverno. Nel cuore dei monti Sibillini, a quasi duemila metri di quota, il lago di Pilato comincia a riaffiorare tra le rocce. Nonostante la siccità e l’assenza di abbondanti nevicate invernali nel corso degli ultimi anni. La sua caratteristica forma a occhiale, generata dall’unione dei due bacini, ancora non si è però ricomposta. A documentare questo lento e affascinante ritorno in superficie è stata Sara Marcelli, scalatrice del Cai di Ascoli e profonda conoscitrice dei Sibillini, che il 2 giugno ha effettuato l’escursione.

“Siamo partiti da Foce di Montemonaco – racconta Sara –, un piccolo borgo tra la magica Sibilla e il monte Vettore. È una delle vie d’accesso più affascinanti e selvagge per salire al lago. Il sentiero è lungo, ci vogliono almeno tre ore e mezza, ma il paesaggio ripaga ogni passo. Oggi il lago non ha la sua forma piena, manca l’acqua per unire i due bacini, ma resta comunque uno spettacolo. E’ come se il paesaggio fosse in attesa, come se il lago stesse trattenendo il fiato prima di tornare a vivere davvero”. Sara si è poi avvicinata con cautela al bordo di uno degli invasi, dove è stata installata una recinzione per proteggere il chirocefalo del Marchesoni, il minuscolo crostaceo preistorico che vive solo lì. Le sue uova sono depositate tra i sassi e basta un piede fuori posto per danneggiarle. Per questo è importante seguire le regole e camminare solo lungo i tracciati consentiti. Quest’anno, comunque, l’inverno è stato nevoso, anche se non come accadeva nei decenni passati. Ciò, comunque, considera al lago di essere visibile nel corso dell’estate.

A confermarlo è anche il geologo Paride Giordani, guida ambientale ed escursionistica che proprio sabato effettuerà la sua scalata. “E’ l’unico lago naturale delle Marche ed è un lago glaciale, cioè si alimenta con lo scioglimento delle nevi – spiega Giordani –. Negli ultimi anni, purtroppo, il trend è questo, c’è sempre poca o pochissima acqua. Uniche eccezioni nel 2023 e nel 2018, quando i due bacini si sono uniti per l’ultima volta. Il lago si forma di solito alla fine di maggio o nei primi giorni di giugno e almeno una volta sopravviveva fino ai mesi invernali. Nelle annate buone poteva anche accadere che non si prosciugasse e arrivasse addirittura a novembre”. C’è comunque il rischio che, tra ‘tot’ anni, il lago possa non vedersi più. “Su questo non bisogna essere catastrofisti – conclude Giordani –, ma tutto dipende dalle nevicate. L’assenza di precipitazioni invernale è il problema più grande che sta vivendo il lago”.