L’archivio di Stato di Ascoli è stato acquistato dal Ministero della Cultura per 1 milione e 800mila euro. Si chiude così, con un atto firmato il 10 novembre, un iter che andava avanti da tempo per la struttura di via San Serafino da Montegranaro diventata di proprietà della provincia di Fermo a seguito della seperazione con Ascoli. "L’Archivio di Stato di Ascoli – si legge nella pagina Facebook –, istituito nel 1954, ha iniziato di fatto ad operare col completamento dell’attuale sede nel 1961, fortemente voluta dell’allora Direttore, professor Elio Lodolini, che si adoperò per la realizzazione di un Archivio ex novo, progettato e costruito con criteri e soluzioni tecnico-architettoniche mai impiegate prima in Italia, di cui ancora oggi si apprezzano la funzionalità e la razionalità. Proprio per tali ragioni, nel 2014, l’immobile è stato dichiarato ’bene di notevole interesse culturale’. Inizialmente di proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Ascoli, poi di quella di Fermo, finalmente è divenuto di proprietà statale a seguito della firma dell’atto di cui sopra. Un traguardo importantissimo per il nostro Istituto, ma per gli Archivi in generale. Un ringraziamento sentito, di cuore, ad Anna Maria Buzzi, già direttrice Generale Archivi, e a Maula Sciri e Sabrina Mingarelli, rispettivamente dirigenti dei servizi I e II della dg Archivi, per l’interessamento, la vicinanza e la strenue attività di supporto agli istituti archivistici. Per l’archivistica, gli archivi, il territorio".
L’Archivio di Stato di Ascoli, come si legge nel sito, conserva la documentazione prodotta dalle istituzioni preunitarie e da quelle statali post-unitarie comprese, in genere, nel territorio della provincia, nonché archivi di enti pubblici, di famiglie, di persone, di associazioni e di altri organismi privati che rivestono un interesse storico particolarmente importante. Sono stati accolti dapprima i versamenti della documentazione preunitaria, del ricco fondo notarile, e dell’antichissimo patrimonio, per gran parte pergamenaceo, delle corporazioni religiose soppresse, risalente fino al sec. XI, comprendente numerosi diplomi imperiali e privilegi papali di notevole interesse diplomatistico; si è poi proceduto all’acquisizione dei fondi degli uffici statali dall’Unità alla seconda metà del sec. XX, oggi pressoché completata, che ha portato a raggiungere una consistenza complessiva di circa 60.000 pezzi cartacei, 2.000 pergamene e 4.600 fogli di mappa catastali.
f.n.