L’arretramento dell’autostrada e la crisi climatica

Segue dalla prima

"Si impone pertanto in forma pressante la tematica geomorfologica delle Marche sud che nel tratto costiero dalla fine di Porto Sant’Elpidio sino a San Benedetto vede una collina molto prospiciente la costa e che costrinse a suo tempo a realizzare il percorso dell’A14 praticamente dentro i centri abitati, in particolar modo di Porto San Giorgio e Pedaso. Nel dibattito in corso sulla implementazione del tratto autostradale a sud di Porto Sant’Elpidio è già pacifica la scelta di fare un arretramento da Pedaso verso sud per la conformazione di quel tratto, ma qualcuno ancora esclude dall’arretramento Porto San Giorgio che invece presenta gravi problemi geologici in un contesto fortemente antropizzato e dove l’attuale passaggio autostradale è nel centro abitato. Ricordo per i giovani che alla fine degli anni 60, al momento della realizzazione dell’A14, si riscontarono a Porto San Giorgio gravi problemi di smottamenti e mini frane che portarono Società Autostrade a realizzare importanti opere di contenimento e a pagare forti indennizzi a proprietari confinanti che riscontrarono problemi nelle loro abitazioni. Appare evidente che andare a pensare di realizzare la terza corsia nel sito esistente, con l’aggiunta che sempre nella stessa sede si pensa di realizzare l’arretramento ferroviario e che il nuovo contesto climatico implica i conseguenti fenomeni di intense e veloci precipitazioni piovose, non sembra ragionevole. L’arretramento dell’A14 da Porto Sant’Elpidio al contrario afferma il principio dello sviluppo territoriale coniugato alla sostenibilità. L’ipotesi di tracciato che abbiamo presentato lo scorso mese di luglio di un arretramento dal casello di Porto Sant’Elpidio sino al casello della Val Vibrata va in questa direzione".