
I lavori sul ponte dell’Albula
Non sono in un magazzino.Le lampade del ponte dell’Albula sono state rubate. Il colpo di scena arriva nel caldo giugno 2025 a quasi quattro anni di distanza dai fatti. A scoprirli, questi fatti, è stata la consigliera comunale Emanuela Carboni, che si è vista costretta a indagare da sola sulla sparizione degli elementi illuminanti installati lungo la struttura disegnata dall’architetto Onorati. Dopo aver presentato un’interrogazione formale in merito, rimasta senza alcun riscontro, Carboni ha deciso di rivolgersi direttamente agli uffici comunali per ottenere chiarimenti. "Lì mi hanno detto qualcosa che evidentemente sapevano in pochi – spiega Carboni –. Io di certo non la conoscevo. Cioè che le lampade sono sparite e nessuno, almeno in Comune, ha idea di dove siano andate a finire". La conferma arriva anche da un esposto presentato alla fine del 2021 dal sindaco Antonio Spazzafumo alla Procura, nel quale si ripercorrono tutte le fasi della vicenda. Le plafoniere, dal disegno ottagonale e forma piramidale, erano parte dell’arredo urbano storico del ponte nei pressi di Largo Trieste. Tutto è iniziato nel dicembre 2021, quando una violenta raffica di vento ha staccato uno dei pannelli in plexiglass da una lampada, facendolo cadere sulla pista ciclabile.
Per motivi di sicurezza, il Comune è intervenuto in emergenza insieme alla ditta incaricata dell’illuminazione pubblica, la Cpl Concordia, che ha rimosso tutti i pannelli ancora presenti sulla lampada danneggiata. Il materiale è stato caricato su un mezzo e portato in un magazzino che si trova in piazza Setti Carraro a Porto d’Ascoli. Tuttavia, poche settimane durante un sopralluogo le plafoniere risultavano scomparse. Il locale non presentava segni di effrazione. Le plafoniere sono dunque da ritenersi sottratte da ignoti. Per questo è stato presentato l’esposto in Procura. Nel documento si chiede anche che vengano ascoltate le persone informate sui fatti e che l’amministrazione venga avvisata in caso di conclusione delle indagini o richiesta di archiviazione. Al momento, però, nessuna denuncia formale risulterebbe presentata alle forze dell’ordine. Resta il fatto che un pezzo di arredo urbano storico è scomparso nel nulla, e solo ora, grazie all’iniziativa della consigliera Carboni, la cittadinanza ne è venuta a conoscenza.
Emidio Lattanzi