Le proprietà del pesce e la sua provenienza Cosa mettiamo a tavola

di Adriano Sacripanti*

Il pesce, specie quello marino, oltre essere ricco di acidi omega 3, in grado di rallentare lo sviluppo dell’aterosclerosi, nonché ridurre la pressione sanguigna, è ricco di iodio, indispensabile per il buon funzionamento della tiroide, la cui carenza provoca il gozzo, un tempo diffuso nelle zone montane. Il suo consumo che agli inizi del secolo scorso era di appena 3,9 kg pro-capite annui, ha raggiunto nel 2019 i 28,9 kg. Occorre però osservare che quasi i tre quarti di quel che si consuma proviene dall’estero. Se gli italiani dovessero mangiare solo quello che pescano, dovrebbero smettere al 31 marzo. A quella data vengono consumati le circa 191 mila tonnellate di pescato, cui vanno aggiunte altre 155 mila tonnellate che provengono dall’acquacoltura italiana (cioè da pesce allevato). Ogni anno s’importano circa 861 mila tonnellate e che molti consumatori ignorano, pensando quando sono al ristorante, di mangiare sempre pesce di ’casa nostra’. L’Italia ha ben 8.000 chilometri di coste e dunque sulla risorsa della pesca dovrebbe puntare. In realtà la flotta di pescherecci italiani è da troppi anni in costante calo: in 30 anni sono andati persi quasi 18 mila posti di lavoro e il 35 % delle imbarcazioni.

Da svariati anni il pescato dei mari è sottoposto a una pressione sempre maggiore e a causa dell’aumento della popolazione mondiale. Per cercare di rendere la pesca più sostenibile e tutelare questa preziosa risorsa alimentare, l’Onu nel 1995 vara un codice etico della pesca, consistente in periodi di diverse settimane soprattutto d’estate, nei quali determinate specie ittiche non possono essere pescate, il cosiddetto ’fermo pesca’. Un aiuto rilevante, che sta incidendo nella questione dello sfruttamento delle risorse ittiche non solo in Italia ma a livello mondiale, è quello dell’acquacoltura che aiuta in modo significativo a ridurre i prelievi di pesce dall’ambiente naturale. Dell’acquacoltura è importante sottolineare come questa attività, frutto della grande capacità dell’uomo di allevare pesci e molluschi in quantità sempre maggiore, ormai vale la metà dei consumi di prodotti ittici a livello mondiale. Interessante è ora fare un raffronto tra pescato e allevato tra Italia e gli altri paesi europei. Il pescato della Unione europea supera i 5 milioni di tonnellate con la Norvegia in testa con due milioni e l’Italia nelle ultime posizioni con 191 mila tonnellate.

*Presidente provinciale Associazione italiana consumatori