"Le urla fanno male Ma c’è un abbraccio da cui ripartire"

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di Valerio Rosa

La vergogna per quanto avvenuto domenica mattina anche in casa Porto d’Ascoli è stata tanta specialmente per una società modello che ha costruito la sua immagine sul fair-play e sul rispetto degli arbitri e degli avversari. Il Porto d’Ascoli è da sempre una società punto di riferimento per la Riviera e non solo. Il settore giovanile dei biancazzurri è tuttora un vanto per il presidente Vittorio Massi, che giustamente rivendica il suo ruolo di ‘educatore’ prima che di massimo dirigente. Una rissa durante una partita di calcio tra quindicenni, non è certo un punto di merito e fa male vedere il lavoro di tanti anni rovinato in pochi minuti. Una società che ha avuto il merito di introdurre il ‘terzo tempo’ anche nel calcio non può permettere certe situazioni anche sugli spalti con genitori che urlano e imprecano. Il far ritrovare i ragazzi delle giovanili, tutti insieme attorno ad un tavolo imbandito di pizza, dolci e bevande al termine di ogni gara, è stato un esempio per tanti che poi hanno proseguito questo rituale. Tutto inutile se poi in campo ci si prende a ceffoni. "Quello che è accaduto è brutto da vedere e chiedo scusa a nome di tutta la società Porto d’Ascoli – ha dichiarato il Presidente Vittorio Massi – Questa mattina mi ha chiamato il patron dell’Atletico, Graziano Giordani, per chiedermi scusa e per stigmatizzare l’accaduto e l’ho ringraziato inviandogli un abbraccio virtuale. Eravamo entrambi al ‘Ciarrocchi’ ieri mattina, ma siamo poi andati via in anticipo perché abbiamo dato priorità alla prima squadra, visto che noi avevamo anche il derby con la Samb. Nel video, tra tante cose brutte che ho visto, tra schiaffi, pugni e calci ho però ammirato anche il numero 11 dell’Atletico che è andato ad abbracciare due ragazzi del Porto d’Ascoli. Beh, io voglio ripartire da lì. Condannando la violenza, ma anche rendendo merito a chi già in campo ha preso le distanze da quello che stava accadendo. Porto d’Ascoli e Atletico Ascoli sono due società che lavorano tanto per la cura dei settori giovanili, soprattutto dal punto di vesta educativo, ma con oltre 300 ragazzi tesserati a volte qualche ‘testa calda’ può capitare. Ci impegneremo maggiormente perché certi episodi non avvengano più. Di sicuro, la cosa veramente brutta, sono state le urla dei genitori in tribuna. Quelle mi hanno fatto ancora più male".