L’economia delle Marche deve ripartire dagli investimenti

Da diversi anni, in questo settimanale incontro con i lettori del Carlino, si è, con frequenza, fatta l’analisi sulle cause non ’dell’isolamento delle Marche’, ma della crisi del sistema industriale marchigiano. Non è essenziale essere esperti economisti, in quanto anche i comuni cittadini possono domandarsi, ad esempio, se sono scelte primarie, quelle richieste al governo delle Marche dagli enunciatori: autostrade, strade, ferrovie, aeroporti... Inoltre realizzare, la Fano-Grosseto addirittura a quattro corsie. Sono solo alcune delle infrastrutture che talune categorie chiedono al presidente della Giunta Regionale, di realizzare, per far uscire le Marche ’dall’isolamento’. Come si è detto, si tratta di un vero e proprio ’manifesto’ presentato dalla Camera di commercio regionale unica delle Marche, a nome e per conto delle cinque associazioni di categoria regionali. Il distretto calzaturiero più grande d’Europa, che gli economisti Italiani indicarono come “Modello adriatico allo sviluppo”, fu conseguito con un sistema di infrastrutture quasi inesistente. La crisi e non dovuta all’isolamento della regione, ma alla globalizzazione e all’internazionalizzazione del mercato mondiale. Dopo tali eventi, i calzaturieri, i mobili di Pesaro, il bianco di Fabriano, furono sorpresi e messi in crisi. Non è, e non sarà mai l’autostrada a quattro corsie Fano-Grosseto, essenziale per ricostruire un nuovo modello di sviluppo industriale delle Marche. E’ giusto riconoscere che chi ha evitato “l’isolamento”, sono quelle migliaia di aziende dei cinque poli provinciali, oggi attive sul mercato mondiale, i cui imprenditori hanno avuto il coraggio e le capacità manageriali-imprenditoriali, di riconvertire, senza indugi, puntando sull’alta qualità, acquisendo, in tempi reali, la consapevolezza delle nuove condizioni imposte dalla liberalizzazione del mercato mondiale. Sarebbe giusto ed auspicabile che le cinque associazioni settoriali si adoprassero per porre come primo obiettivo, ai propri associati, di recuperare il ritardo accumulato, di fare ricerca all’interno delle loro aziende e considerarlo come investimento primario. Unica condizione non solo per proseguire, ma per conquistare nuove quote di mercato. Certo le infrastrutture sono necessarie, ma il presidente Acquaroli, dovendo scegliere tra concentrare i finanziamenti del Pnrr per ricostruire il ’Sistema industriale delle Marche’ eo investire su strade e ferrovie, non può che optare per il primo. Perché l’economia regionale ha bisogno di una forte accelerazione.

Ubaldo Renzi