Ascoli, il convegno di Legambiente per fare chiarezza sull'Area Carbon

"Serve un progetto di riqualificazione innovativo", così Prezzavento al convegno 'La chimera della bonifica' che si è tenuto ieri alla Rinascita

I protagonisti del convegno 'La chimera della bonifica'

I protagonisti del convegno 'La chimera della bonifica'

Ascoli, 22 settembre 2018 - La bonifica dell’ex Sgl Carbon, per Legambiente, è una chimera, un sogno ad occhi aperti durato 30 anni e non ancora diventato realtà. E anche se adesso la meta sembra vicina, Paolo Prezzavento e i suoi compagni di lotte esprimono dubbi e perplessità: «Dopo anni di proclami usciti dalla bocca dell’amministrazione comunale e riportati sui giornali – ha spiegato nel corso del convegno che si è tenuto l’altro ieri alla Rinascita, intitolato appunto ‘La chimera della bonifica’ – è giunto il momento di dire basta. In questi anni la bonifica è sembrata sempre più imminente, ma non è mai partita. Adesso è stata annunciata nuovamente, ma questa volta sarà vero?».

Oltre ai dubbi, sono emerse anche le critiche. «Il progetto di riqualificazione dell’Area Carbon non ci entusiasma – ha affermato Diana Di Loreto, presidente del Circolo Legambiente di Ascoli – non ha nulla di innovativo, mancano le idee e crediamo che non sia conveniente neppure dal punto di vista economico. Servono cose nuove, serve un piano di rigenerazione urbana che coinvolga anche l’ordine degli architetti. Bilbao era sconosciuta a tutti prima che Frank Gehry realizzasse il museo che l’ha resa nota al mondo. Ascoli potrebbe diventare la nuova Bilbao. Il nostro circolo è nato proprio a partire dal problema Carbon, perché la nostra città ha subito anni e anni di inquinamento, con concentrazioni di Ipa nell'aria impensabili per una città di provincia». Dopo aver ripercorso le fasi più tragiche della storia che ha per protagonista una delle fabbriche più inquinanti sul territorio, i partecipanti al convegno hanno fatto chiarezza sulle loro richieste e i loro obiettivi. 

«Legambiente vuole riaprire un confronto - ha detto Prezzavento - sia sulla bonifica che sul progetto di riqualificazione di quell'area». Allo stesso modo, devono essere presi in considerazione i cittadini e coloro che alla Carbon ci hanno lavorato, «perché la rigenerazione urbana non esiste senza la partecipazione attiva degli abitanti» ha detto Enrico Fontana, responsabile nazionale di Legambiente, ricordando anche che dal maggio 2015 è stato introdotto il delitto di omessa bonifica, l’avvio della quale, ha detto, «deve essere rapido e accompagnato dalla voce dei cittadini, per cui invitiamo ad aprire un cantiere delle idee sull’Area Carbon. La Restart ha una responsabilità, ha acquisito l'area e si è assunta un'onere ben preciso. Dal 2017, su 122mila ettari di suolo contaminato, ne sono stati bonificati soltanto 6mila, questo perché le bonifiche, finora, sono state fatte solo carta, e non vorremmo che il rischio si riproponesse anche qui».

L’incontro è proseguito con una lezione dell’imprenditore Paolo Mengucci, che da anni si occupa di rigenerazione edilizia e che ha portato all’attenzione del pubblico alcune strategie utili a riconvertire edifici datati abbassando del 95% il loro fabbisogno energetico. Strategie che potrebbero essere prese in considerazione anche per la riqualificazione dell’area Carbon. A prendere la parola è stata infine Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, che ha invitato a guardare insieme al futuro, perché dopo 30 anni di vertenze, lotte e speranze, questo sogno può e  deve diventare realtà.