Lettera dei residenti di Piedilama, Franchi: "Non ci sarà una diaspora"

Durissima reazione del sindaco di Arquata all’attacco contro la dislocazione di alcune case da una frazione all’altra: "Missiva triste per tutta la comunità e firmata da 50 fantomatici abitanti"

Migration

"Mai l’amministrazione comunale di Arquata permetterà che vi sia una diaspora, con i residenti di Pescara del Tronto disgregati nelle varie frazioni". E’ veemente la replica del sindaco Michele Franchi alla lettera che alcuni residenti della frazione di Piedilama hanno inviato al commissario alla ricostruzione Legnini, al ministro Franceschini, al presidente della Regione Acquaroli, all’assessore regionale con delega alla ricostruzione Castelli, alla Provincia, ai sindaci del territorio lamentando la scelta di dislocare nella loro frazione le abitazioni che non possono essere ricostruite a Pescara del Tronto, dove fu registrato un altissimo numero di vittime e che è andata completamente distrutta.

"Ci troviamo di fronte ad una scelta scellerata da parte del Comune che, se non fermata, comporterà per Piedilama una cementificazione selvaggia, l’aumento abnorme della popolazione" hanno scritto, chiedendo "perché la delocalizzazione non possa interessare, in pari modo, anche tutte le altre frazioni di Arquata, di modo che l’impatto finale sia maggiormente sostenibile per tutti". Parole che hanno scatenato la reazione del primo cittadino arquatano, ma anche di altri residenti, molti anche della frazione di Piedilama che si sono dissociati da quanto scritto da 50 proprietari dai quali ha preso le distanze anche l’ "Associazione proprietari Piedilama". "E’ una lettera triste per tutta la comunità arquatana quella firmata da 50 residenti che definisco fantomatici poiché la stragrande maggioranza, circa 44, non vi risiede. Soprattutto perché sono state messe in difficoltà persone che hanno avuto a causa del terremoto gravissime perdite" commenta il sindaco Franchi spiegando come e perché la scelta è caduta su Piedilama. "Diciamo innanzitutto che si tratta di una parte esterna a Piedilama, di cui solo il 41% rientra nel Parco dei Sibillini; il paese resta "com’era e dov’era". In alcuni terreni periferici alla frazione – prosegue - è prevista la parziale delocalizzazione della frazione di Pescara; una scelta scaturita da un lungo e partecipato percorso, tenuto anche conto che il territorio nostro non è come quello di Amatrice, ma è molto impervio e quell’area, inserita nel piano regolatore della Provincia di Ascoli, è tra le poche idonee, già urbanizzata e con la strada vicina". Il piano verrà presentato il 9 maggio e tutti avranno 30 giorni per le osservazioni: "Quelle corrette verranno prese in considerazione. Mi spiace però che ci sia chi pensa di disgregare le persone, chi vorrebbe una diaspora. Questo tipo di osservazioni certamente non troveranno spazio alcuno".

Peppe Ercoli