"Lì, dove l’acqua sparisce" È giallo a Castel Trosino

La scoperta di un escursionista: "Il Castellano scompare per un lungo tratto"

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Un ‘innocente’ post su Facebook ha aperto una voragine, è proprio il caso di dirlo, su una questione che, altrimenti, difficilmente sarebbe venuta a galla. La questione è questa: il fiume Castellano, principale affluente del Tronto nonché barriera difensiva a sud dell’antica città medioevale, è totalmente a secco. O meglio, onde evitare l’accusa di diffondere bufale, è a secco fino al lago di Castel Trosino, dopodiché torna a scorrere regolarmente fino ad Ascoli e confluire, come accade da millenni, nel fiume Tronto. C’è, insomma, qualcosa che inghiotte l’acqua nel tratto compreso tra il lago di Talvacchia (a monte) e, appunto, Castel Trosino (qualche chilometro più a valle). Un fenomeno strano, ai limiti dell’assurdo, che però diventa più comprensibile, seppur sempre meritevole di approfondimento, se spiegato da chi l’ha scoperto e, come detto, l’ha affidato ad un post sui social. L’escursionista che ha notato l’anomalia è Graziano Celani, ascolano appassionato di passeggiate in montagna che qualche giorno fa è rimasto a bocca aperta.

Celani, cosa ha visto di preciso?

"Come altre volte sono arrivato a Castel Trosino per una passeggiata: ho parcheggiato alla diga e ho proseguito a piedi verso monte, lungo il sentiero che costeggia il Castellano. C’era la solita bellissima atmosfera del posto, con gli uccelli che planavano sul lago e la rocca del borgo medioevale che dominava la scena. Andando avanti, verso monte, c’è un tratto in cui il sentiero si discosta un po’ dal fiume, attraversando dei campi con alcuni olivi: per qualche decina di metri, in quel punto, il corso d’acqua non è visibile. Poi la strada torna ad avvicinarsi al Castellano quando c’è la deviazione per la fornace (un vecchio manufatto restaurato anni fa ndr). Ecco, proprio lì ho notato qualcosa che non andava".

Che cosa?

"A pochi metri dalla fornace non c’era una sola goccia d’acqua. Mi sono avvicinato sbalordito, perché più in basso, come detto, l’acqua era al suo posto, sia nel lago che nel primo tratto di fiume. Ma in quel punto non c’era assolutamente nulla, solo un letto di pietre secche e bianche. Ho proseguito ancora un po’ ed era tutto così: solo pietre".

Ma come è possibile che sotto la rocca di Castel Trosino l’acqua scorresse?

"Vi dirò di più: ripresa l’auto sono andato a verificare ancora più a valle, in città. Mi sono detto ‘Possibile che nessuno si sia accorto di questa cosa?’ Ma in effetti a Porta Cartara, seppur con una portata ridotta, il Castellano scorreva regolarmente al suo posto. Il ‘buco’ insomma, si trovava, anzi si trova, solo nel segmento a monte di Castel Trosino".

Che spiegazione si è dato?

"Ho chiesto ad alcuni anziani del paese che, oltre a dirmi di non aver mai visto una secca simile, mi hanno fornito una chiave di lettura plausibile, anzi credo l’unica possibile. In sostanza il Castellano, pur interrotto a monte, viene rialimentato proprio sotto Castel Trosino dai tanti ruscelletti che arrivano da San Giacomo e dal monte di Rosara. Sono questi piccoli corsi d’acqua a ricreare il fiume che poi arriva fino ad Ascoli. Resta da scoprire, però, cosa stia accadendo verso l’Abruzzo. Qualcuno parla di una sorta di voragine sotterranea all’altezza del ristorante Peppe Lu Brrì, ma sarebbe interessante avere una spiegazione scientifica".

gi.m.