"Lo sciopero per il green pass fa ridere. Il vero problema è la mancanza di autisti"

Così risponde Roberto Galanti, segretario nazionale del Pmi-Autotrasporti, a quanti minacciano di bloccare l’A14 lunedì: "Non abbiamo più personale, i giovani non riescono ad affrontare le spese"

Mezzi in fila sull’A14

Mezzi in fila sull’A14

Ascoli, 26 settembre 2021 - Uno sciopero per protestare contro l’obbligo del ‘certificato verde’. Questa è la minaccia avanzata nelle ultime ore da alcuni autotrasportatori. Secondo quanto annunciato a partire dal lunedì 27 settembre alcuni dei principali tratti di autostrada, tra cui anche l’A14, potrebbero restare bloccati per lamentare l’imposizione del green pass all’interno delle aziende private. Ad analizzare il momento di difficoltà che sta vivendo il mondo dei trasporti del territorio Piceno è stato Roberto Galanti, segretario nazionale del Pmi-Autotrasporti (piccole e medie imprese autotrasporti).

Galanti, lo sciopero di cui si parla crede che sia lo strumento adatto per protestare contro l’ultimo decreto del Governo?

"Faccio una premessa. Io sono regolarmente vaccinato. Qui qualcuno ha intenzione di strumentalizzare il settore dell’autotrasporto per raggiungere altri scopi. Non c’è nessuna iniziativa autorizzata. Nessuno ci sta mettendo né nome, né faccia. A volte girano questi personaggi in cerca d’autore che in questo caso stanno allarmando una popolazione con azioni del genere. Uno sciopero dei trasporti basato sulla questione del green pass fa obiettivamente ridere. I veri problemi del mondo dell’autotrasporto sono ben altri: gli eccessivi costi minimi di sicurezza, il prezzo del gasolio, la mancanza di autisti. Stanno minacciando di fare dal 27 settembre questa guerra, ma di quale guerra parliamo. Nessun tipo di associazione presente nel nostro territorio ha detto di aderire a questa cosa".

In questo settore che impatto avrà l’obbligo del green pass all’interno delle aziende private del Piceno?

"Dal 15 ottobre il green pass diventerà un obbligo che non riguarderà solo il pubblico ma anche il privato, almeno fino al prossimo 31 dicembre da quello che si è capito. Ma chi ha adottato tale misura non ha considerato un fattore molto importante: attualmente in questo settore siamo a corto di autisti. Secondo quanto stabilito il datore di lavoro potrà sospendere chi non vorrà vaccinarsi e potrà sostituirlo con altri dipendenti. Ma se manca la manodopera, come sta accadendo, con chi andrà davvero a sostituirlo. Va bene che ci impongono l’obbligo, ma ci devono anche spiegare come gestirlo".

Si potrà comunque ricorrere all’utilizzo di tamponi...

"Se ricorrono all’utilizzo di tamponi si sarebbero comunque costretti ad affrontare dei costi troppo elevati. Chi non è vaccinato si dovrà sottoporre a tampone ogni 48 ore. Ciò vuol dire almeno tre tamponi a settimana. Poi questi tamponi chi li paga? Si tratta di un costo che moltiplicato per quattro settimane al mese diventa troppo alto. Spero davvero che i sindacati vadano dal Governo ad urlare per lamentare questa situazione".

Secondo lei quali sono i fattori che hanno portato a questa mancanza di manodopera?

"Allo stato dei fatti attuali nel mondo dell’autotrasporto non c’è ricambio generazionale. Ci sono ditte che oggi sono portate avanti da figli di coloro che facevano gli autotrasportatori fino a poco tempo fa, ma nuovi lavoratori che si cimentano in questo lavoro non ce ne sono. I giovani che intendono intraprendere queste professione sono costretti ad affrontare costi troppo elevati. Dall’altro lato invece le aziende prima di mettere un mezzo pesante di circa 200mila euro in mano ad un giovane ci pensa bene. Mancano gli autisti, questo è il problema più grande. C’è bisogno di formazione, poi l’esperienza si fa sulla strada".