Caso Fanesi. "Ora Luca chiede notizie degli amici e della Samb"

Tifoso ferito a Vicenza, il fratello Massimiliano racconta i progressi: "Ancora non parla ma si fa capire con il labiale"

Luca Fanesi

Luca Fanesi

San Benedetto, 6 dicembre 2017 – Sembra stare sempre meglio Luca Fanesi, il tifoso della Samb ricoverato al San Bortolo di Vicenza da un mese. Ieri, seppur solo con il labiale, si è fatto capire dai familiari e ha anche fatto delle domande.

«Ci ha chiesto – ha riferito il fratello Massimiliano – di portargli il telefonino, ci ha chiesto informazioni su alcuni amici ed anche della Samb».

Luca non parla ma si fa capire, è cosciente e interagisce, probabilmente non riesce a tirar fuori la voce poiché ha subito una tracheotomia nei giorni in cui era in coma farmacologico. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi, non sanno ancora dire quali danni Luca riporterà da questa esperienza tanto più che dovranno sottoporlo a un nuovo intervento, un’operazione che completa le precedenti e che doveva essere fatta oggi, ma è stata rinviata alla prossima settimana. Questo perché negli ultimi giorni ha avuto qualche linea di febbre, nulla di preoccupante ma che comunque ha costretto i medici a rinviare l’intervento. «Il fatto che risponda agli stimoli e interagisca con noi – ha continuato il fratello – ci conforta sempre di più e ci fa sperare in un pronto recupero».

Massimiliano, così come la moglie Terasa è sempre vicino a Luca ma è a Vicenza è anche impegnato a capire cosa è capitato al fratello. Non si dà pace e continua a cercare testimonianze. Quelle che ha trovato fino a qui e che ha già provveduto a depositare in Procura insieme alla denuncia confermano i colpi di manganello da parte della polizia. Conferme che sarebbero presenti anche nel referto medico del Pronto soccorso redatto nel giorno in cui Luca è arrivato ancora vigile. Era il 5 novembre, il giorno successivo, alle 13.30, finì in coma farmacologico. La Procura ha aperto un fascicolo per rissa e lesioni e ha inviato in ospedale un medico legale per una prima ispezione giorni fa.

Ieri ha fatto un ulteriore passo: ha chiesto a Massimiliano di fornire gli abiti che Luca indossava quel giorno probabilmente perché potrebbero essere utili al riconoscimento dell’uomo che nel video in possesso dell’autorità giudiziaria – lo stesso che hanno messo in onda sia ‘Le Iene’ che ‘Chi l’ha visto?’ – procede a mani alzate verso gli agenti. Testimoni lo riconoscono già come Luca ma è chiaro che la Procura cercho maggiori elementi.

Gli abiti probabilmente potrebbero anche mettere in luce altri elementi dopo una accurata ispezione della scientifica. Entro 15 giorni al massimo la Procura conta di iscrivere delle persone nel registro degli indagati. «Lo faremo – ha confermato il procuratore capo di Vicenza – non appena saremo in grado di individuarli».