Il cavaliere Luca Innocenzi: "Il Covid non scherza, potevo morire"

La superstar di Solestà racconta la sua esperienza: "Non respiravo più, mai pensato che potesse toccare a me"

Luca Innocenzi, cavaliere di Porta Solestà

Luca Innocenzi, cavaliere di Porta Solestà

Ascoli, 28 febbraio 2021 - "Ho visto la morte in faccia e ho avuto davvero paura che da un momento all’altro avrei lasciato questo mondo". Non riesce a trattenere la commozione Luca Innocenzi, il cavaliere di Porta Solestà che soltanto da un paio di giorni è tornato a vivere la sua quotidianità. Ha lottato, come un leone, contro il covid, per una lunga settimana nel corso della quale è stato ricoverato all’ospedale di Macerata, con le sue condizioni di salute che andavano via via peggiorando. Il campionissimo della Quintana di Ascoli, che con tredici vittorie è il più vincente di sempre nella rievocazione picena, se l’è vista davvero brutta.

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Luca, adesso come sta? "Sto meglio, piano piano sto tornando alla normalità. Ho ripreso ad allenarmi e fra due settimane sarò ad Ascoli per le prove allo Squarcia. Ho ancora alcuni postumi del virus, come ad esempio un po’ di spossatezza, ma tutto sommato sto bene e ringrazio Dio che tutto sia andato per il verso giusto". Quando ha avuto i primi sintomi? "Dal primo febbraio ho cominciato a sentirmi male, poi la situazione è andata sempre peggiorando e l’8 sono stato ricoverato. Mi hanno dimesso dopo sei giorni e poi ho trascorso altre due settimane a casa, da solo, in quarantena. I giorni in ospedale sono stati terribili. Avevo paura di addormentarmi perché temevo di non svegliarmi più. Non riuscivo a respirare, il livello di saturazione era al limite e stavano per intubarmi. Poi, per fortuna, le cose sono migliorate, anche se in quella settimana ho temuto il peggio. Il covid è una malattia seria e cattiva. Finchè non ci passi non te ne rendi conto. Non la auguro davvero a nessuno". Avrebbe mai immaginato di vivere una simile esperienza? "Assolutamente no. Anche perché, spesso, quando sentiamo parlare di numeri e di contagi non ci rendiamo conto di quanto effettivamente sia grave la situazione. Colgo l’occasione per ringraziare i medici dell’ospedale di Macerata, che sono stati degli angeli. Sono persone meravigliose: dalla dottoressa Cristiana Biondi al dottor Mario Giustozzi. Io sono una persona sportiva, che conduce una vita sana e che non ha paura di niente. Ma il covid ha davvero messo a rischio la mia vita e in alcuni momenti ero convinto di morire. Ringrazio anche i sestieranti di Solestà, che mi sono stati molto vicini, anche se in pochi erano a conoscenza della situazione, perché non ho voluto far sapere nulla". Fisicamente come sta adesso? "In quei sei giorni in ospedale ho perso dieci chili. Ora li ho ripresi ma ancora fisicamente non sono in perfette condizioni. E’ stata un’esperienza durissima anche dal punto di vista psicologico, perché vedevo persone che un attimo prima stavano bene e l’attimo dopo venivano invece intubate. Invito tutti a stare sempre attenti e rispettare le regole, perché con il covid non si scherza". Secondo lei, in queste condizioni di emergenza sanitaria, è opportuno correre la Quintana la prossima estate? "Non spetta a me deciderlo. Chi organizza sa bene cosa fare. Personalmente, dopo che nel 2020 non abbiamo corso, ritengo che stare fermi u n altro anno non aiuti nessuno e interrompere la tradizione rappresenta sempre un problema. Vedremo, comunque, come sarà la situazione tra qualche tempo. Io riprenderò ad allenarmi, senza mollare neanche di un centimetro".