Ascoli, malore in centro. Salva una donna dalla morte

Giuseppe Piconi della Protezione civile si è trovato in via Sacconi. Una signora era stata colpita da infarto: era esanime a terra

Giuseppe Piconi, ascolano 49enne, ieri si è trovato in via Sacconi

Giuseppe Piconi, ascolano 49enne, ieri si è trovato in via Sacconi

Ascoli, 7 dicembre 2019 - Un vero e proprio salvataggio all’ultimo istante quello avvenuto ieri in via Sacconi. Una donna, M.E.J. di 79 anni, è stata colta da un improvviso malore mentre era alla guida dell’auto, nelle immediate vicinanze dell’ambulatorio del suo medico di famiglia, che è stato chiamato da decine di persone che nel frattempo si erano radunate sul posto. In quel momento passava Giuseppe Piconi, Peppe per gli amici, che è dipendente della Protezione Civile del comune di Ascoli e che, capendo il dramma in corso, si è precipitato ad effettuare le manovre di soccorso per salvare la donna che era in arresto cardiaco. Lasciamo il racconto di quei drammatici momenti a Giuseppe Piconi. 

Giuseppe, cosa è successo in via Sacconi? «Stamattina (ieri per chi legge) intorno alle 11 avevo appena imboccato via Sacconi, con la Jeep della Protezione civile, quando mi sono trovato una macchina contromano. Era una Ford Focus, ferma di traverso con alcune persone attorno. Ho subito capito che c’era qualcosa che non andava e mi sono avvicinato». E poi che è successo? «Ho visto il dottor Salvi (il medico curante della signora, ndr) vicino a una donna, sdraiata sul sedile. A quel punto mi è sembrato giusto presentarmi, ho detto che ero della Protezione civile e che potevo dare, se c’era bisogno, una mano nel massaggio cardiaco». E il suo aiuto era necessario? «Sì, mi sono precipitato nell’ambulatorio del dottore, che si trova a poche decine di metri dal luogo dove la donna è stata colta da malore, a prendere il pallone Ambu». Di cosa si tratta? «È uno strumento utilizzato per supportare l’attività respiratoria, usato, fra l’altro, anche per la ventilazione di un paziente in arresto cardiocircolatorio. Appena tornato sul posto con lo strumento, ci siamo divisi i compiti, uno alla ventilazione e l’altro al massaggio cardiaco. Una decina di minuti dopo è arrivato l’equipaggio del 118 con medico e infermiere che hanno preso il nostro posto». Attimi preziosi. «Certamente: prima hanno steso la donna a terra, su una barella, poi le hanno praticato un paio di infusioni di farmaci e quindi quattro scariche di defibrillatore. Poco dopo il cuore ha ripreso a battere quasi regolarmente». Come ha fatto ad avere questa prontezza di riflessi? «Sono abituato alle emergenze certo, però non sono assolutamente un infermiere né un medico. Avevo già provato questa misura di salvataggio ma esclusivamente sui manichini, non avevo idea di come fosse farlo dal vero, diciamo. Ma in quel momento mi è sembrata la cosa giusta da fare, era giusto dare tutto l’aiuto possibile per aiutare quella signora».

La donna è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Mazzoni e affidata al reparto di Cardiologia. Davvero un salvataggio in extremis poiché la donna è rimasta a lungo senza frequenza cardiaca.