Ascoli, 22 settembre 2024 – Il giudice del tribunale di Ascoli Barbara Caponetti ha condannato a due anni di carcere un ascolano di 45 anni, accusato di maltrattamenti nei confronti della madre, vessata con botte e sputi. Si tratta di un processo celebrato con rito abbreviato durante il quale il magistrato ha riunito il procedimento con un altro riguardante lo stesso soggetto e inerente fatti analoghi perpetrati precedentemente, dal marzo 2020 al luglio 2021. I fatti oggetto dell’ultimo fascicolo a carico dell’ascolano difeso dall’avvocato Emiliano Carnevali, sono accaduti fra luglio e novembre 2023.
Per gli episodi precedenti il soggetto in questione era stato condannato a due anni e tre mesi di reclusione (pena definitiva), con la misura di sicurezza dell’assegnazione in una casa di cura e custodia; era stato riconosciuto colpevole di ripetuti episodi di estorsione nei confronti della mamma. Nei suoi confronti vigeva la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla madre per il reato di maltrattamenti nei confronti della donna. L’uomo ha scontato la pena relativa alla condanna precedente a due anni e tre mesi e si trovava in applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata emessa dal magistrato di sorveglianza di Ancona il 12 settembre 2023.
Tutto sembrava volgere al meglio, ma non appena è tornato a vivere con la madre nell’abitazione di Ascoli ha ripreso a maltrattarla con condotte aggressive, insulti, e continue minacce volte a ottenere denaro dalla mamma. Una condotta che ha continuato a perpetuare nonostante che, a seguito della condotta pessima, nei suoi confronti era stato emesso un nuovo divieto di avvicinamento alla madre con obbligo di allontanarsi dalla casa di famiglia.
Una misura che ha evidentemente violato: il 13 novembre 2023 si è infatti ripresentato a casa e ha preso a rompere mobili, ha sputato addosso alla madre, l’ha colpita alla testa. La donna era talmente impaurita per il comportamento violento del figlio che era anche incapace di reagire alle sue aggressioni fisiche e verbali. Era in un grave stato di soggezione e ansia e si è assoggettata a tutte le richieste del figlio, temendo atti violenti, come purtroppo già avvenuto. Infine, però, l’ha denunciato, non potendone più. L’uomo è stato quindi condannato per i maltrattamenti e per aver eluso il divieto di avvicinarsi alla madre, come da ordine del magistrato di sorveglianza.